So che non c’entra ma OGGI ASSEMBLEA IN T4 ORE 19:33
Qualche giorno fa, leggendo uno dei giornali universitari di Salamanca, ho trovato l’annuncio pubblicitario di una clinica ginecologica privata. A caratteri cubitali leggo: “interrupción hasta 22 semanas del embarazo” (interruzioni di gravidanza fino alla 22 settimana) e poi sotto in piccolo il nome della clinica e il numero di telefono. Sono rimasta allibita; l’annuncio stava lì, in mezzo tra la pubblicità di un’autoscuola e di un bar…
La prima cosa che ho fatto è stato chiedere a dei miei amici spagnoli cosa ne pensavano. Non ci avevano nemmeno fatto caso perchè, data la legge sull’aborto spagnola e l’altissimo numero di medici obiettori di coscienza, abortire in una clinica privata o all’estero è pressochè l’unica soluzione e di conseguenza è normale trovare annunci pubblicitari di questo tipo.
Dal 1985 in Spagna esiste una legge che depenalizza l’aborto, ma solo in tre casi: violenza, malformazione del feto e per evitare un grave pericolo per la salute fisica e psichica della madre. Si tratta di una legge restrittiva, ma anche assai ambigua. L’aborto viene praticato con una certa facilità nelle cliniche private (basta avere i soldi….) mentre è praticamente impossibile realizzarlo negli ospedali pubblici: solo il 2% viene realizzato nelle strutture
pubbliche per l’altissimo numero di medici obiettori di coscienza. Non si sa la percentuale esatta dei medici obiettori perchè non esiste un registro obbligatorio, però si sa che in generale è molto alta, fino ad arrivare a casi come quello della regione Navarra, dove non c’è neanche un medico disposto a praticare un aborto.
Insomma, un quadro a mio avviso penoso.
Si tratta di una legge innanzitutto ingiusta nei confronti della libertà della donna di poter decidere del suo corpo e inoltre molto complicata e di difficile applicazione.
Il governo socialista di Zapatero vuole cambiare questa legge entro il 2010 (almeno stando alle ultime discussioni su questo tema che risalgono a circa sei mesi fa). L’idea è quella di consentire alle donne di abortire senza essere obbligate a dare alcuna giustificazione entro le prime 14 o 16 settimane di gravidanza. Abortire alla ventunesima o ventiduesima settimana sarà invece più difficile e si potrà praticare solo in conseguenza di gravi rischi per la salute della donna.
Il partido popular e la Chiesa si oppongono a questa modifica della legge.
Da quando sono qui a Salamanca (2 mesi e mezzo) non ho mai sentito un politico ai telegiornali parlare della questione “aborto”: impegnati come sono a fronteggiare la famosa crisi economica hanno abbandonato quasi tutti gli altri problemi…come neanche
esistessero. Bah…staremo a vedere…
Marti
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