La Costituzione che si consuma

Ci sono delle scritte al cimitero Monumentale. Si tratta delle parole dell’articolo 33 della Costituzione. «L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento». Il problema che viene sollevato non è tanto legato a ciò che la Costituzione permette e garantisce, bensì quanto questa “libertà” venga rispettata. «La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi».
Nella comunicazione “unilaterale”, scritta in strada, è inscritto un tentativo di fuoriuscita dalle strutture modellate dalla comunicazione contemporanea. Si tratta di uno spazio pubblico (la strada appunto) occupato da parole (comunicazione) esposte al consumo del tempo.
Le persone infatti camminano sull’asfalto tracciato del testo della Costituzione; in questo passaggio è recluso l’approccio indifferente delle persone che odono lontane le voci della protesta no133, stigmatizzandola e quindi banalizzandola.
La scrittura sullo spazio pubblico è atto illegale. All’interno di questa illegalità (che ha l’arroganza di ridurre a mutismo ogni forma di espressione contraria) tuttavia muove l’agire creativo del protestante. La condanna è “unilaterale”, senza replica.

Rughe