Se l’esercito volta le spalle?
Dopo 28 anni di governo Mugabe, in Zimbabwe sembra nascere una importante rivolta. Questione centrale è ora il ruolo dell’esercito. E’ infatti dalle sale militari che si gioca la partita fondante del paese. Cattive condizioni di lavoro e stipendi bassi contagiano i corpi in uniforme
mentre il popolo è toccato da una intensa carestia di cibo.
Il ministro della difesa Sidney Sekeramayi associa le proteste militari all’azione del sindacato Zctu. Lo Zctu è alleato del principale partito di opposizione, Mdc (Movimento per il cambiamento democratico). Risultato: 69 sindacalisti arrestati. Jestina Mukoko (Zimbabwe peace project), con l’accusa di organizzare manifestazioni antigovernative, viene sequestrata, probabilmente dalla polizia. Robert Mugabe è presidente in queste giornate grazie all’appoggio del Comando operativo congiunto (Joc).
Fanno parte del Joc i capi dell’esercito, la polizia e l’intelligence. L’alternativa fin ora posta sul banco delle discussioni governative è quella della repressione al dissenso, oppure una trattativa riformatrice.
Una forte epidemia di colera si sta diffondendo nella gente per le strade. Morte.
«Per ragioni storiche e politiche non saranno dei soldati europei a intraprendere l’eventuale azione militare. E poiché la leadership sudafricana è in difficoltà, questo compito toccherà ai nostri fratelli del Botswana e dello Zambia.»
Zimbabwetoday.co.uk
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