Giorgio Mariani, docente di letteratura americana, ha deciso di invitare l’ex-Br Morucci alla Sapienza per «portare la testimonianza di chi, dopo scelte tragicamente sbagliate, s’è pentito» e dice di aver preso questa decisione al seguito di un consiglio ricevuto da agenti di polizia (la Repubblica del 5.01.09). Intanto da Cortina il sindaco di Roma Alemanno afferma che «l´ateneo della Sapienza è tenuto in ostaggio da 300 piccoli criminali dei quali dobbiamo liberarci. Lì si invitano i terroristi rossi e al Papa è impedito di parlare», facendo riferimento allo scorso anno, quando al Pastore tedesco fu contestata – da 67 docenti di Fisica – la lectio magistralis che era stato chiamato a pronunciare dal rettore di allora. La risposta immediata degli studenti viene pubblicata sul portale di uniriot.org: “300 è un numero evocativo. 300 erano gli uomini di Leonida, i più coraggiosi, gli spartani che resistono eroicamente durante la battaglia delle Termopili all’invasione di Serse e dei suoi persiani. Resistono, nonostante la drammatica inferiorità numerica, in difesa delle poleis greche: la libertà che non vuole scendere a patti con il dispotismo. Non possiamo che essere onorati dunque del richiamo evocativo. Ma i numeri sono una cosa seria e Alemanno dovrebbe sapere di cosa sta parlando. 30 ottobre 2008, un milione e mezzo di persone scioperano e scendono in piazza in tutta Italia contro la legge 133 e la riforma Gelmini; dalla Sapienza parte un corteo di oltre 100000 persone che mano a mano si ingrossa e raggiunge, assediandolo, il ministero di viale trastevere. 14 novembre, 300.000 studenti universitari cingono d’assedio il parlamento, 20.000 gli studenti che vengono da fuori Roma, il resto è composto da studenti universitari delle 3 università di Roma e dagli studenti medi di gran parte dei licei della capitale. 300 è un numero di cui andare fieri, ma forse Alemanno legge poco i giornali o si occupa poco della città di cui è sindaco, città in cui per almeno due mesi gli studenti hanno bloccato la viabilità e la produzione.
La parola «criminali», invece, parla di un tentativo ben preciso: normalizzare l’università, mettere all’angolo l’Onda e la sua straordinaria capacità di conflitto. E questa normalizzazione, per il magnifico Frati, equivale ad un’ottima merce di scambio con cui ottenere dal governo qualche briciola a sostegno della Sapienza. Un gran polverone dunque per non parlare dei problemi veri dell’università, di quel processo di dismissione a cui è stata destinata dal governo delle destre, ma anche un’aggressione a più voci contro i movimenti e chi a questa dismissione si è opposto e si continuerà ad opporre. Un misto di provocazione e criminalizzazione per agevolare quel processo di riforma che l’autunno dell’Onda ha messo nell’angolo.
Un’ultima battuta rispetto alla vicenda del Papa e al nuovo invito che gli ha rivolto il magnifico. Che venga pure Benedetto XVI, sarebbe buona cosa, però, che venisse accompagnato dal parroco di Gaza, offrirebbe a tutto il mondo accademico la possibilità di confrontarsi con una questione terribile come l’uccisione di centinaia di civili palestinesi innocenti”.
La parola «criminali», invece, parla di un tentativo ben preciso: normalizzare l’università, mettere all’angolo l’Onda e la sua straordinaria capacità di conflitto. E questa normalizzazione, per il magnifico Frati, equivale ad un’ottima merce di scambio con cui ottenere dal governo qualche briciola a sostegno della Sapienza. Un gran polverone dunque per non parlare dei problemi veri dell’università, di quel processo di dismissione a cui è stata destinata dal governo delle destre, ma anche un’aggressione a più voci contro i movimenti e chi a questa dismissione si è opposto e si continuerà ad opporre. Un misto di provocazione e criminalizzazione per agevolare quel processo di riforma che l’autunno dell’Onda ha messo nell’angolo.
Un’ultima battuta rispetto alla vicenda del Papa e al nuovo invito che gli ha rivolto il magnifico. Che venga pure Benedetto XVI, sarebbe buona cosa, però, che venisse accompagnato dal parroco di Gaza, offrirebbe a tutto il mondo accademico la possibilità di confrontarsi con una questione terribile come l’uccisione di centinaia di civili palestinesi innocenti”.
Ultimi commenti