La befana che tutte le feste si porta via in Francia ha fatto molto di più, si è portata via anche la pubblicità dalla TV pubblica! La riforma Sarkozy, che prevede lo stop delle pause pubblicitarie nella fascia oraria che va dalle 20 alle 6, è cominciata. Il pubblico francese potrà ora così gustarsi i propri programmi senza quelle fastidiosissime pause imposte dagli spot e, i vantaggi si son fatti immediatamente sentire. Nel primo giorno cui è stata applicata la riforma le Tv pubbliche hanno avuto un incremento di ascolti in alcuni casi di ben il 30%. Certo questa cifra andrebbe presa con le pinze anche perché bisognerebbe vedere cosa hanno offerto le reti concorrenti ma, i dati rimangono.
La domanda sorge spontanea, com’è possibile che la televisione pubblica d’oltralpe riesca a sopravvivere anche senza la grandissima quantità di denaro portata dai “consigli per gli acquisti”. Documentandosi uno viene a sapere che il canone francese è molto più elevato rispetto al nostro (io pensavo che quello RAI fosse fin troppo alto rispetto a quello che offre), e i soldi persi dalle pubblicità verranno poi recuperarti con una tassando la pubblicità alle reti private, circa il 3%, mentre il rimanente sarà lo stato a mettere mano al portafoglio, in poche parole saranno comunque i cittadini a pagare con tasse.
Meglio un programma senza pubblicità ma più costoso per il consumatore o uno quasi a costo zero ma zeppo di interruzioni dovute agli spot? Solo il tempo potrà svelare il mistero anche perché comunque bisognerà aspettare il contraccolpo di tale riforma sulla qualità dei programmi.
Comunque sia noi italiani possiamo stare tranquilli che finché ci sarà Lui che tutto sa e tutto fa, l’entità che vive grazie alla pubblicità una riforma del genere qua in Italia non sarà mai attuata.
La domanda sorge spontanea, com’è possibile che la televisione pubblica d’oltralpe riesca a sopravvivere anche senza la grandissima quantità di denaro portata dai “consigli per gli acquisti”. Documentandosi uno viene a sapere che il canone francese è molto più elevato rispetto al nostro (io pensavo che quello RAI fosse fin troppo alto rispetto a quello che offre), e i soldi persi dalle pubblicità verranno poi recuperarti con una tassando la pubblicità alle reti private, circa il 3%, mentre il rimanente sarà lo stato a mettere mano al portafoglio, in poche parole saranno comunque i cittadini a pagare con tasse.
Meglio un programma senza pubblicità ma più costoso per il consumatore o uno quasi a costo zero ma zeppo di interruzioni dovute agli spot? Solo il tempo potrà svelare il mistero anche perché comunque bisognerà aspettare il contraccolpo di tale riforma sulla qualità dei programmi.
Comunque sia noi italiani possiamo stare tranquilli che finché ci sarà Lui che tutto sa e tutto fa, l’entità che vive grazie alla pubblicità una riforma del genere qua in Italia non sarà mai attuata.
Matte
Ultimi commenti