Rebonato, rinomato da tutto l’economato, è passato pressoché inosservato dall’intero studentato in un lavoro d’artigianato

Sbagliato hai sbagliato ma uomo avvisato mezzo salvato. Sfortunato, però bagnato, di conseguenza asciugato dal rettorato.
‘Sono un esecutore.’ E’ un’immagine che annulla il corpo di colui che realmente agisce. Il corpo del responsabile scompare. E’ cancellato insieme alla responsabilità stessa, continuamente spostata, e quindi inavvicinabile. Ciò che rimane, è l’avanzo di un automa che compie la sostituzione della serratura dell’aula 1.6 tra le 20 di giovedì 8 gennaio e le 8 del venerdì mattina. Un lavoro che un operatore del settore non accetterebbe di fare visto l’orario. L’emozione di un compito che solamente una persona può prestarsi a svolgere: lo scagnozzo.Ciò che si compie eccede l’infamia senza neanche la misera legittimità di un’atmosfera tesa. Si vuole tracciarla come ‘prevenzione’ alla tensione, ma ne diviene invece possibile premessa, stupido impulso al suo raccapricciante avvento.
Cambiando la serratura di notte, si mette a nudo una torbida intenzione alla negazione di ciò che si crea nella stanza 1.6 aperta. Il rettore da a vedere la sua diagnosi sopra lo spazio di dialogo come tumore nella macchina aziendale-universitaria. Colui che decide dell’1.6 avendone sola immagine è medico che prescrive farmaci per telefono. Egli è assenza, e in quanto tale, si muove per gesti, nella conduzione dell’orchestra di vassalli ed esecutori impalati ad ogni pianerottolo della scala burocratica.
Ato,6 e Rugato