Mangiando male

Come di una calza a rete, usata e rovinata, è disarmante parlare di università. Sembra uno scherzo, un gioco vuoto di parole, ma si tratta soprattutto di uno spazio (con il timore di inadeguatezza che sento nell’usare questa parola, ‘forse sovversiva’). Spazio reale che produce direttamente o indirettamente effetti reali. Spazio reale su cui ogni abitante può produrre effetti reali.
L’otto gennaio è stata approvata la legge 180, sull’università. In parlamento: 302 deputati favorevoli, 228 contrari e 2 astenuti. In futuro, nelle parole del ministro Gelmini, si riducono gli sprechi, i concorsi si fanno più trasparenti, i perditempo “avranno vita difficile” e gli studenti meritevoli saranno valorizzati.
Uno. Soluzione agli sprechi: tra 2010 e 2011 i tagli nell’istruzione sono di 1,5 mld di euro su un totale (prima del taglio) di 8 mld. Se i conti calano, la famiglia fa più attenzione agli sprechi.
Due. Trasparenza-trasparenza-trasparenza-trasparenza-trasparenza-trasparenza?
Tre. Attenzione: caduta perditempo. Con la costruzione dell’anagrafe nazionale di professori e ricercatori universitari, vengono registrate le pubblicazioni pro-capite. Chiaro che il rinnovo di contratti e stipendi dipende da questo elenco.
Conferma-proporzionale-n.pubblicazioni.
Fannullone-basso numero pubblicazioni-fuoco.
Quattro. La valorizzazione degli studenti meritevoli viene esaltata dallo stanziamento di 135 milioni di euro. L’esaltazione diviene tuttavia cortocircuito nel momento in cui a studente-meritevole corrisponde ateneo-non virtuoso.
E’ chiaro che nella prima fase del taglio sono gli atenei economicamente più deboli a cedere alla possibilità di un intervento privato. Il diritto allo studio ora si mescola con l’interesse di bilancio privato. Dove finisce l’uno, inizia l’altro. Chi assicura il limite? Il ministro?
Cinque. Come una calza a rete usata e rovinata resta l’università addosso al suo abitante. L’università si nutre del suo abitante che appare sorridente nelle immagini da web estratte nei corridoi. L’abitante si nutre della sua università, calza rotta, diventa fili che soffocano in gola.

Rughe