Pronto FMI. “Siamo particolarmente preoccupati per l’Italia”. Basso il livello del PIL, crollo dell’export e ristretti margini per manovre fiscali. “Vediamo il bisogno di riforme fondamentali e strutturali.”
Pronto CONFINDUSTRIA. “Duecentocinquantamila posti di lavoro sono a rischio ne prossimi sei mesi, a partire dagli operai”. L’allarme è del settore delle infrastrutture, dove si invoca un piano straordinario come”misura di emergenza”. Spesa pubblica richiesta: 7-8 miliardi di euro.
Pronto AUTOMOBILE. Del piano di 1,2 miliardi per la ripresa del settore si parla come di una misura iniziale ma non sufficiente. “L’Italia deve prevederli (stanziamenti ndr) anche alzando il debito: parte saranno recuperati, perché ci sarà una ripresa dei consumi, l’economia gira.”
(Ritornando al) Punto FMI. “Per l’Italia le prospettive sono estremamente fosche.”
L’economia dovrebbe provare a girare sull’investimento nel debito. All’ombra della speculazione, il punto focale è la mancanza di denaro pubblico, la quale va investita per aumentare la spesa pubblica. Il tutto nella fiducia in una “ripresa dei consumi”.
Punto Cittadinanza. Insieme al parlare del valore attribuito alla cittadinanza (l’idea della tassa sull’immigrazione è attestato di un deficit documentale che deve essere saldato con il pagamento allo Stato), si valorizza il consumo come epicentro della salvezza.
L’incitamento al consumo del primo periodo di crisi diviene ora certezza di tale consumo. Su questa certezza si “può” ricostruire. Il cittadino viene dunque a sua volta valorizzato in quanto consumatore. Il cittadino paga nel divenire consumatore. L’immigrato in questo caso è doppiamente indietro.
Punto ILO (International Labour Organization). “Il numero dei disoccupati a livello mondiale potrebbe aumentare nel 2009, rispetto al 2007, di una cifra compresa tra i 18 e i 30 milioni e, se la situazione continuasse a peggiorare, questo numero potrebbe superare addirittura i 50 milioni di disoccupati.” In quest’ultima ipotesi, duecento milioni di lavoratori potrebbero trovarsi in “condizioni di estrema povertà”.
Rughe
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