Venerdì 15 Maggio su “Il menzogna” – chiamato anche Leggo, tenero giornalino-opuscolo di chi non ha tempo da spendere per la propria coscienza – Matteo Oxilia (giornalista in cariera) fa uno dei sui tentativi finalizzati al senso compiuto. “Giovani con tamburi fotografati e ripresi l’altra sera in piazza Dante: sanzioni spedite a casa. Residenti soddisfatti” e a capo “Divieto di bongo: multati i musicisti”; già un occhiello e un titolo che da soli rivelano un’artistica dimostrazione di quanto l’ignoranza si possa correlare alla menzogna.
“Pensavano di averla fatta franca” spiega il giornalista in carriera Matteo. “Mercoledì sera scorso, come spesso accade, piazza Dante è diventata il ritrovo di molti giovani. I locali, il primo caldo e la voglia di contestare il nuovo provvedimento dell’amministrazione”. È già in queste prime righe che l’articolo si giustifica, ponendo in principio motivazioni e modalità tutte diverse da quelle che spingono la gente a creare i mercoledì sera in piazza Dante da più di un anno.
In piazza Dante la gente vien calamitata per tutt’altre ragioni. Non per locali. Non per il solo banale primo caldo. Non PER contestare il provvedimento dell’amministrazione. Il provvedimento è arrivato il 7 Maggio 2009. Piazza Dante rivive ogni mercoledì da più di un’anno.
“Il menzogna” non si smentisce mai; la storia si fa nella leggerezza di ogni giornata e, come Chaim Perelman e Lucie Olbrechts-Tyteca giustamente ricordano, “anche le discussioni frivole e senza interesse apparente non sono sempre prive di importanza, in quanto contribuiscono al buon funzionamento di un indispensabile meccanismo sociale”.
La frivolezza dei giornalini-opuscolo
ale,6
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