Si cammina con del tabacco nell’angolo delle labbra. La combustione della carta incollata seguiva la fuga del fumo scuro, nel pavimento della Rambla.
Già, il silenzio interrotto. Nella penombra degli incroci di strade, tra gli edifici consumati nel buio, emerge il ruvido gracchiare delle voci in divisa, sostenute da strumenti e posture fisiche dell’ordine. Il calore incandescente del bruciare del tabacco, esteso a intermittenza su alcuni lembi di carne del volto, è anestetizzato improvvisamente e completamente dal raggio abbagliante delle sirene bloccate sul blu dell’impossibile, ed il neon dei fanali abbaglianti. I motori delle vetture dell’ordine, ordinatamente esposte, espongono gli esecutori dell’ordine, all’ordinato e coerente avvelenamento dalla combustione.Le transenne stringono di qualche metro la Rambla. Il passo rallenta e così si dilata il tempo del percorrimento, tempo di osservanza al teatro del muscolo dello spettacolo.
Le sagome nere dei mossos d’esquadra sono disposte. Irrigate di un anestetico scenografico (controluce-fanali) che corrompe la percezione visiva (enfatizzata dall’annullamento, parziale o totale degli altri organi). Si cammina nel primo scenario di illusione, ed è impossibile perdersi, ogni strada è indicata, obbligata, desiderata, percorsa.
Per questo non c’è freno nell’impatto con la moltitudine movimentata per lo Obvio. E’ una trasfigurazione azulgrana che macchia terribilmente le carni vestite di strati di apparenza agonistica. Nella notte del Futbol Club Barcelona. Miscuglio di sudore, alcolico, grida ed occhi sbarrati dal godimento corporeo del trionfo della Marca.Alcune gocce calde scendono dalle braccia alzate ai lampioni, poi appiccicano, sporcano ed incollano corpi a corpi, sostituendo il caldo ed arido respiro dei tessuti, ad un viscoso iunumidimento collettivo. Se un corpo strofina nudo su uno accanto, il contagio di pelle è intenso. Si mescola l’agitarsi con altri esemplari costruiti di tessuti. Si mescola l’annebbiamento d’eccitazione che si muove sinuosa e prepotente tra gli stati di godimento che occupano la Rambla.
Occupare. E’ qui che pervade un senso di perversione mucoso, che nello riempimento di corpi nello spazio, svela il deserto della Rambla. Nel mucchio, forte sensazione di nausea. Non è un camminare nell’ordine di prima. Innanzitutto non è spostamento, affossato nelle agitazioni dei catalani. Staticità di sudori. Ma è anche sensibilizzazione diversa delle percezioni prima annullate. Il contatto (tatto) con la carne nuda della figura poco avanti, l’urto con la spalla in ballo a destra, il movimento sinuoso che scopre un nuovo gocciolare dal petto. Contagio e odori, intensità della vicinanza ed insieme esposizione vulnerabile dell’essere corpi macchiati dalle secrezioni di esistenza di corpi. La moltitudine si muove a ondate imposte. Un petardo lanciato tra le gambe allarga e spazia il cerchio il cerchio delle presenze. Poi nuovamente si richiude nel soffocamento dei fumogeni e nuovi incendi a pagamento. L’onda spinge in ogni direzione figure in estasi ciclica, ma lenta ad esaurire. La perversione è ora l’insinuarsi del vuoto di coscienza, attivismo, nel mezzo dello svolgimento organico dei metabolismi riuniti. La carne non smette di essere in-metabolismo nell’ovvio della mobilitazione ma, proprio perchè mobilitata in questo modo, è pervertita nel mostrarsi come accadere di secrezioni guidate dalla presenza in Eventi d’illusione.Teste legate a corde, movimenti imposti, euforia in spostamento, scenda di un macabro svolgimento di teatro di marionette. Sudori spesi al mercato della Marca.
Già, il silenzio interrotto. Nella penombra degli incroci di strade, tra gli edifici consumati nel buio, emerge il ruvido gracchiare delle voci in divisa, sostenute da strumenti e posture fisiche dell’ordine. Il calore incandescente del bruciare del tabacco, esteso a intermittenza su alcuni lembi di carne del volto, è anestetizzato improvvisamente e completamente dal raggio abbagliante delle sirene bloccate sul blu dell’impossibile, ed il neon dei fanali abbaglianti. I motori delle vetture dell’ordine, ordinatamente esposte, espongono gli esecutori dell’ordine, all’ordinato e coerente avvelenamento dalla combustione.Le transenne stringono di qualche metro la Rambla. Il passo rallenta e così si dilata il tempo del percorrimento, tempo di osservanza al teatro del muscolo dello spettacolo.
Le sagome nere dei mossos d’esquadra sono disposte. Irrigate di un anestetico scenografico (controluce-fanali) che corrompe la percezione visiva (enfatizzata dall’annullamento, parziale o totale degli altri organi). Si cammina nel primo scenario di illusione, ed è impossibile perdersi, ogni strada è indicata, obbligata, desiderata, percorsa.
Per questo non c’è freno nell’impatto con la moltitudine movimentata per lo Obvio. E’ una trasfigurazione azulgrana che macchia terribilmente le carni vestite di strati di apparenza agonistica. Nella notte del Futbol Club Barcelona. Miscuglio di sudore, alcolico, grida ed occhi sbarrati dal godimento corporeo del trionfo della Marca.Alcune gocce calde scendono dalle braccia alzate ai lampioni, poi appiccicano, sporcano ed incollano corpi a corpi, sostituendo il caldo ed arido respiro dei tessuti, ad un viscoso iunumidimento collettivo. Se un corpo strofina nudo su uno accanto, il contagio di pelle è intenso. Si mescola l’agitarsi con altri esemplari costruiti di tessuti. Si mescola l’annebbiamento d’eccitazione che si muove sinuosa e prepotente tra gli stati di godimento che occupano la Rambla.
Occupare. E’ qui che pervade un senso di perversione mucoso, che nello riempimento di corpi nello spazio, svela il deserto della Rambla. Nel mucchio, forte sensazione di nausea. Non è un camminare nell’ordine di prima. Innanzitutto non è spostamento, affossato nelle agitazioni dei catalani. Staticità di sudori. Ma è anche sensibilizzazione diversa delle percezioni prima annullate. Il contatto (tatto) con la carne nuda della figura poco avanti, l’urto con la spalla in ballo a destra, il movimento sinuoso che scopre un nuovo gocciolare dal petto. Contagio e odori, intensità della vicinanza ed insieme esposizione vulnerabile dell’essere corpi macchiati dalle secrezioni di esistenza di corpi. La moltitudine si muove a ondate imposte. Un petardo lanciato tra le gambe allarga e spazia il cerchio il cerchio delle presenze. Poi nuovamente si richiude nel soffocamento dei fumogeni e nuovi incendi a pagamento. L’onda spinge in ogni direzione figure in estasi ciclica, ma lenta ad esaurire. La perversione è ora l’insinuarsi del vuoto di coscienza, attivismo, nel mezzo dello svolgimento organico dei metabolismi riuniti. La carne non smette di essere in-metabolismo nell’ovvio della mobilitazione ma, proprio perchè mobilitata in questo modo, è pervertita nel mostrarsi come accadere di secrezioni guidate dalla presenza in Eventi d’illusione.Teste legate a corde, movimenti imposti, euforia in spostamento, scenda di un macabro svolgimento di teatro di marionette. Sudori spesi al mercato della Marca.
Rughe
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