"The country belongs to you … protesting lies and fraud is your right."

(Foto di un anonimo, in Iran)

“19:05 20 giugno. Luogo: Karegar Avenue, all’incrocio con Khosravi Street e Salehi Street. Una giovane donna, che osservava le proteste accanto al padre, è stata colpita da un membro del ‘Iranian Basij volunteer militia’, nascosto sul tetto di una abitazione civile. Lui sparava chiaramente alla donna e non poteva mancarla. Ad ogni modo, ha mirato diretto al cuore. Sono un dottore, quindi mi sono precipitato a tentare di salvarla. Ma l’impatto del colpo è stato così violento che il proiettile ha distrutto internamente il petto della donna, e lei è morta in meno di 2 minuti. le proteste stavano spostandosi di un un chilometro verso la via principale ed alcuni della folla manifestante stavano correndo a causa dei lacrimogeni usati contro loro lungo Salehi Street. Il video è registrato da un mio amico, che stava accanto a me. Per favore, fatelo sapere al mondo.”
(Traduzione da theGuardian)
Il nome della donna è Neda Agha-Soltani. Questo nome è già inserito nel dispositivo simbolico della protesta iraniana. Il corpo in meno di 2 minuti smette di battere.
La protesta ante-20giugno. A seguito delle elezioni del 12 giugno, il presidente uscente Mahmud Ahmadinejad è rieletto alla guida del paese. Mir Hossein Mussavi, candidato dei moderati (secondo indicazione de l’Unità), è superato nelle votazioni. In cinquanta città, il numero dei voti espressi tuttavia supera il numero degli aventi diritto. L’eccedente elettorale, smascherato, in-tensifica le strade della capitale. La legalità della macchina democratica iraniana è messa in discussione.
Il governo ammette l’irregolarità. Press Tv riporta che il voto è stato manipolato.
Cavez, presidente venezuelano, parla. “Il trionfo di Ahmadinejad è ad ogni modo un trionfo.” Il portavoce governativo Abbas-Ali Kadkhodae afferma che “le statistiche fornite dai candidati, che ottennero più del 100% degli aventi diritto, in 80-170 città non sono accurate – l’incidente è accaduto in sole (grassetto mio, su spunto del Guardian) 50 città”.
Il corpo. Sostenuto da due persone chinate. Affloscia all’indietro. Scende la schiena, da verticale, ad orizzontale. Uno schizzo di sangue sull’asfalto e sulla scarpa sinistra, bianca. Gli occhi sono aperti. In pochi secondi cola il sangue dal volto. Solo l’occhio destro rimane sgombero dal sangue. Il resto è coperto di rosso. Meno di due minuti.
Oppure, oscuramento del volto. Si osserva il corpo a terra. il volto è anestetizzato dall’oscuramento televisivo. Non traspira il sangue. Non traspirano le grida delle persone vicine. Non traspira l’occhio rimasto aperto. Il giornalista sostiene la “dignità della persona”.
La protesta post-20giugno. La protesta che assorbe quel corpo. Il dispositivo della ribellione risucchia il racconto di quel corpo. La prima versione del racconto. Il corpo si deve vedere. Anche il sangue, con le urla e l’occhio rimasto aperto. Quel corpo ha un nome, deve essere chiaro. Neda Agha-Soltani. Già Neda su Facebook. Intanto Mussavi, tra i manifestanti, si dichiara pronto a morire «da martire».

Rughe