Sono arrivati tutti. Giovani, vecchi ed adulti. Non solo in una strada ma questa volta, imparando dalle scorse tre settimane, hanno condotto una protesta di massa in 7-8 aree differenti. Non c’è silenzio. Ognuno grida. Alcune persone cantando “Dio è grande” che presto diventa “Morte al dittatore” e “Governo illegittimo, dimissioni dimissioni”. Il conflitto principale ha avuto luogo in Valisier-Enqelab – Daneshju (Student) Park.
La folla è concentrata e ha luogo l’attacco intensivo di lacrimogeni e bastoni da parte delle guardie anti-rivolta. facce insanguinate. La gente fugge per le strade per poi ritornare indietro attraverso le vie pedonali. Le automobili suonano come due settimane fa. Suoni di clacson continui. Ancora una volta pugni e segni di “V” vittoria si vedono puntati verso il cielo. Gruppi di persone si spostano dalle vie principali attraverso Enqelab Squeare e Tehran University. Questa volta cantano uno slogan lungo, come nella rivoluzione del ’79. Le parole:
“Traditore Mahmoud [Ahmadinejad] vorrei tu fossi un mendicante/tu hai mandato in rovina la nostra madrepatria/tu hai ucciso i nostri giovani…/Morte a te!/Morte a te!…Morte a te!”
Lacrimogeni piovono da ovunque, ma la gente è ormai abituata a ciò. Nessuno sente di dovere vomitare, loro solamente accendono un fuoco immediatamente. Qualcuno soffia negli occhi dei vicini il fumo delle sigarette. Noi siamo a Keshavar Boulevard – Kargar Street. Forze speciali ci attaccano dal fondo della strada e noi corriamo cantando nell’altra direzione. Alcune persone si uniscono a noi da Fatemi Street e, insieme, ridiscendiamo la strada cantando “Non avere paura! Non avere paura! Noi siamo insieme!”
Non ci sono spari in quest’area e non abbiamo sentito nulla che potesse assomigliarvisi. In prima fila affollano bambine e madri. Arrabbiate, fresche, inspirate! Forze dell’ordine in borghese ci raggiungono ed attaccano ma sono meno numerosi che negli ultimi giorni e sicuramente ciò è dovuto al vociferare dei crimini da loro commessi nelle passate settimane. Sono spesso stati sostituiti da guardie rivoluzionarie in uniforme, per apparire più disciplinati.
Ora stanno attaccando la gente dalle motociclette, e sono cresciuti di numero. Centinaia di persone entrano nei mini-bazaar nei pressi di Laleh park e non c’è modo di uscirne. Tuttavia noi saltiamo al di sopra delle recinzioni e sfuggiamo all’interno del parco, la nostra destinazione è Amirabad Street.
Amirabad è affollata. All’angolo della strada dove Neda è stata assassinata la gente canta “Morte al Dittatore”. Un uomo anziano, che dice si essere ottantenne, felicemente continua “nessuno ha più paura. Tutti sono venuti. loro [il regime] devono andarsene. guarda, è così affollato ma qui non c’è nemmeno un mullah! La gente fa loro pagare per il sangue di Neda.” Ha ragione.
La gente ha capito la situazione molto bene. Loro sanno della debolezza del regime. Nessuno ha più paura. Giovani e vecchi cantano più forte di tre settimane fa. C’è un auto che strombetta con una famiglia all’interno, nell’avanzare lento verso Amirabad. Il figlio urla: “Vorrete lottare pacificamente dopo tutto? Non riuscite a vederli armati!” La sorella lo accompagna all’urlo: “Morte al dittatore!” La mia sola reazione è alzare il pugno e ripetere lo slogan insieme a loro.
Sono arrivato ed ho trovato un posto per scrivere questo report e postarlo on-line. Stanotte sarà una notte di fuoco. Gli slogan nei tetti saranno più forti che mai. ci sono troppe persone ferite ed arrestate ancora. Non è scuro abbastanza, blocchi stradali e militari in borghese sono ad ogni angolo. Loro credono di poter terrorizzare la gente. Quanto stupidi possono essere??!? Queste sono centinaia di persone che con la loro forte presenza dicono al regime “il tuo tempo è finito!” Non ci sono notizie da altre città ancora ma non c’è dubbio che questo 9 luglio avrà grossa influenza nei cambiamenti futuri. Senza dubbio!!
How resistant is "July 9th"
Traduzione Pagina/13
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