Gelmini: «A breve nuovo taglio di capelli», Maroni: «Fremo»
Sul sito dell’ANIEF (Associazione Nazionale Insegnanti E Formatori) si legge: «Accolta l’ottemperanza voluta dall’ANIEF. Entro 30 giorni i ricorrenti – insegnanti e formatori precari – entrano a pettine secondo il proprio punteggio – e non in coda come il Ministro Mariastella Gelmini voleva. MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – condannato alle spese per elusione dell’ordinanza cautelare e violazione della Costituzione».
La legge non è altro che parola scritta, vuota, immobile, impotente. L’unica possibilità che essa ha di esercitare il potere non può che partire dalle labbra di un giudice. È ormai quasi banale dire che i tribunali sono luoghi di effettivo esercizio della legge. Da qui l’importanza, l’attenzione che dovrebbe avere ogni sentenza, in quanto costruzione, ristrutturazione e/o affermazione di democrazia – dietro la maschera di politici, uno stato è sempre retto dal sistema giuridico. Ora rileggiamo le ultime parole: «violazione della Costituzione». «Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca».
Sempre sul sito dell’ANIEF vien riportata anche una parte della sentenza: «Considerato che l’istanza per esecuzione di ordinanza cautelare appare fondata sotto il dedotto profilo dello sviamento di potere per elusione della misura cautelare accordata dalla Sezione con decisione cautelare n. 2573/2009;
Atteso infatti che, in applicazione dei principi costituzionali di effettività della tutela giurisdizionale affermati dagli artt. 24 e 113 della Costituzione, l’amministrazione scolastica era (ed è) tenuta a dare tempestiva e puntuale esecuzione alla precitata decisione cautelare, anche nella considerazione che il gravame interposto dall’amministrazione medesima su analoghe decisioni cautelari emesse dalla Sezione è stato disatteso dal giudice d’appello (cfr. ordd.ze CdS, VI, nn. 4769, 4736, 1525 e 1524 del 2009);
Considerato, alla stregua di quanto precede, che tutte le attività poste successivamente all’adozione della misura cautelare, in quanto poste in dichiarata violazione di quest’ultima, devono ritenersi tamquam non essent – come se non fosse stato;
Considerato che l’inesistenza di dette attività includono in primis la nota prot. n. A00 DGEPER.09/10171/B/2 del 7 luglio 2009 diretta agli Uffici Scolastici regionali e periferici, con la quale il MIUR sostanzialmente invita questi ultimi a non ottemperare al provvedimento giudiziale, e in secundis, in via mediata, le graduatorie predisposte dagli Uffici in base ai criteri elusivi rivenienti dall’anzidetta nota ministeriale;
Considerato che il comportamento processuale del Ministero resistente giustifica la condanna di quest’ultimo al pagamento delle spese di lite, limitatamente a questa fase dei giudizio, nella misura indicata in dispositivo».
E infine il TAR dispone i seguenti punti:
«a.- assegna il termine di gg. 30 (trenta), decorrente dalla comunicazione e/o notificazione della presente decisione, entro il quale l’amministrazione soccombente dovrà dare puntuale esecuzione all’ordinanza medesima mediante istruzioni agli uffici scolastici periferici di disporre l’inserimento “a pettine” dei ricorrenti nelle graduatorie provinciali di cui all’art. 1, art.11, del d.m. n. 42 dell’8 aprile 2009, inserendoli nella fascia d’appartenenza e con il punteggio acquisito e aggiornato nella graduatoria provinciale di attuale iscrizione;
b.- in caso di non ottemperanza alla esecuzione della presente ordinanza collegiale, nomina sin da ora un commissario ad actus nella persona del dr. Luciano Cannerozzi de Grazia, dirigente generale della Funzione Pubblica, il quale – decorso vanamente l’indicato termine di trenta giorni – provvederà in via sostituiva ad adempiere al dictum giudiziale secondo le modalità enunciate al precedente p. a.-, predisponendo in proposito apposita relazione sulle attività svolte in esecuzione dell’incarico, anche ai fini della liquidazione del compenso che gli verrà corrisposto e che graverà sul bilancio dell’amministrazione inadempiente;
c.- condanna quest’ultima al pagamento in favore dei ricorrenti delle spese di questa fase cautelare, che vengono liquidate in complessive euro 5.000,00 (euro cinquemila/00) oltre IVA e CPA come per legge.
La presente ordinanza sarà eseguita dall’Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.»
Ma questo non è l’unico ricorso fatto dall’ANIEF; si attendono le udienze dei rimanenti, rallentati dalla calendarizzazione dettata dal TAR del Lazio. «Pertanto l’ANIEF continua con decisione l’organizzazione della Manifestazione del 20 ottobre a Roma, Largo Bernardino da Feltre, nei pressi del MIUR, (bus gratuiti per raggiungere la capitale) mentre dal 19 ottobre il D.L. salva-precari sarà discusso in aula insieme agli eventuali emendamenti del Governo e dei Deputati, prima della probabile questione di fiducia. Il destino di migliaia di precari si giocherà in quei pochi due/tre giorni. Il MIUR vorrebbe mettere un bavaglio ai giudici, ma dovrà ascoltare la voce della piazza». E sul fondo le parole forti dell’associazione: «La giustizia ancora vige nei tribunali, speriamo che il Parlamento non intervenga perché, altrimenti, dovrà intervenire il giudice delle leggi, la corte costituzionale per mettere la parola fine.»
Phlavio To. C.
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Niente paura: c’è la palestra della democrazia!
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