Stato e chiese, due identità che dovrebbero viaggiare separate ma, le due strade finiscono sempre per incrociarsi, almeno nel nostro paese le cose vanno così.
Qualche settimana fa il Ministro delle Pari Oppurtunità Mara Carfagna era uscita con una dichiarazione passata un po’ in sordina ma, visti poi gli sviluppi e la tematica sempre d’attualità, mi sembrava giusto rispolverare la notizia.
La Carfagna ha sostenuto che si impegnerà affinchè le ragazze e le donne di religione musulmana non portino più il burqa e o il niqab nei luoghi pubblici e in modo particolare nelle scuole. Personalmente, fermandomi a queste poche righe, speravo che l’intento fosse rivolto ad una futura laicizzazione delle scuole. Mai così poche parole alimentarono così grandi speranze, speranze destinate a dissolversi qualche rigo più avanti. Infatti l’iniziativa proposta dalla Ministra, è rivolta alla non “sottomissione della donna” in quanto la Carfagna vede nel burqa e nel niqab un “ostacolo a una vera politica di integrazione”.
Era troppo ottimistica la mia idea di vedere in questa propsta della Carfagna di una laicizzazione dello Stato, a cominciare dalle scuole, sul modello francese. Ma la mia è una visione troppo utopistica, finchè ci sarà il Vaticano e il Papa sul suolo italiano non si potrà mai ottenere uno Stato laico. Con la sempre crescente ondata di immigrati in Italia ci sarà sempre un conflitto tra le persone di diversa religione. Il fatto poi che il Presidente della Camera Gianfranco Fini abbia proposto un’ora di religione musulmana nella scuole, se attuato, crea un precedente ingombrante. Questo provvedimento, “Dio” non voglia, potrebbe portare altre persone a chiedere la propria ora di religione con conseguente ricerca di personale specializzato nell’insegnamento della nuova materia. E i tagli previsti dalla riforma e l’insegnante prevalente?
matte
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