Torino, piazza Castello, sabato pomeriggio. Poco al di fuori delle istallazioni rosse di via Garibaldi, lo striscione Mai Più. Ci sono persone che agitano percussioni. E dopo, le persone di Polvere. Si tratta di un mensile, gli scrittori dietro il tavolo del presidio. Il punto di contatto è l’agitazione per la depenalizzazione(informazione) delle sostanze. Nel martellare dei tamburi, scivola la prima pagina della rivista.
“Pensando alla parola d’ordine usata da Obama nella sua campagna elettorale “Yes We Can” può succedere che si dipinga un sorriso amaro sulle labbra e cresca la rabbia… Si possiamo…
Possiamo farci massacrare e ammazzare perché trovati in possesso di qualche grammo di haschish.
Possiamo perdere il nostro posto di lavoro, e se cerchiamo di presidiarlo, essere pestati e maltrattati da vere e proprie squadracce al soldo del padrone (un deja-vu in questo paese).
Possiamo essere sbattuti fuori dalle case occupate che da anni fanno parte della nostra geografia e della nostra storia cittadina e che rappresentano i pochi luoghi dove le persone posso incontrarsi e condividere spazi, pensieri, culture, in un territorio che diventa ogni giorno di più un deserto relazionale.
Possiamo farci rimbambire da un’informazione sempre più di parte, servile e senza coraggio.
Possiamo farci sbattere in lager circondati da filo spinato e sorvegliati da guardie armate, rimanendoci per mesi solo perché siamo nati nel sud del mondo e soprattutto siamo poveri.
Possiamo essere discriminati per razza, genere e credo religioso.
Possiamo essere fermati con una pistola puntata alla testa perché casualmente incappati in una eroica azione di polizia (pulizia etnica?).
Possiamo sopportare in silenzio lo smantellamento di ogni minima garanzia sociale, istruzione, sanità, casa, lavoro.
Possiamo tollerare lo sperpero di fiumi di denaro per trasformare le strade delle nostre città in zone di guerra dei ricchi contro i poveri, riempiendole di militari , agenti in armi, ronde e vigilantes.”
No+
Ultimi commenti