Circolando Verona

Nel momento in cui si preme una riflessione verso le strade di Verona, si avvicina un abisso che le tiene sospese nel “lontano”.

Parlo di quella parte dell’Adige che si colora di ogni gradazione dal giallo all’arancione, la notte, nei lampioni.
In questo frammento si inscrive lo stesso abisso. In altre parole, è quella percezione della memoria, il deposito celebrale di quel percorso, che costruisce la lontananza. Non si tratta, o non solo, di chilometri, di paesi o campagne che tracciano la distanza tra Est ed Ovest. La morsa dell’abisso si stringe piuttosto nell’incontro. Ciò che accade ora, il volto che sfugge dell’incontro, nelle strade più marcate. E’ l’irruzione dello sconosciuto, del politico, e poi compreso, che depone nell’abisso quell’angolo di Verona. Da quel luogo tuttavia, instancabilmente pulsa. La si sente fino a qui, un pò più a Ovest.

Rughe