Mi licenzio.
Un paio di settimane più tardi nella cassetta della posta trovo la confezione di quello che ha tutta la parvenza di essere un farmaco. Entro in casa ed osservo la confezione-farmaco-pubblicità.
Soluzione rapida.
Coadiuvante nelle sindromi da disoccupazione.
Credo ad uno scherzo. Apro. All’interno il foglietto illustrativo spiega il fenomeno della sindrome da disoccupazione. Per chi di voi ignorantoni crede ancora alla favola della disoccupazione come fenomeno sociale e il disoccupato uno stato temporaneo e particolare di una persona che non ha più un lavoro, beh si sbaglia decisamente. Infatti la più avanzata ricerca scientifica di SCUOLAVOR ci spiega che tale sindrome provoca stati d’ansia e agitazione più o meno lievi, insonnia, difficoltà nei rapporti con persone dell’altro sesso, senso di insicurezza ed un latente senso di frustrazione che sfocia in sentimenti di invidia e gelosia verso persone e cose. In età adulta e nei casi di prolungata presenza della sindrome, può portare anche a stati depressivi o pensieri autolesionistici […], ma non preoccupatevi perché gli effetti positivi potrete avvertirli già dalla lettura di questo foglietto illustrativo. Non ti senti già meglio?
Mi allontano dalla pubblicità-farmaco-lavoro. Penso a tutte le buche in cui questo è stato recapitato, penso a chi ha lavorato a questa trovata pubblicitaria, magari con una pacchetta sulle spalle dal capo, penso alla frustrazione ed alla dignità. Penso al lavoratore-merce sulla catena di montaggio dalla scuola al lavoro: in base alle tue preferenze scegli un corso, paga, noi ti troveremo un lavoro e verrai pagato. Nulla di più lineare. Ed immagino l’addetto del marketing-pubblicità che si auto-convince del contenuto della sua stessa pubblicità. Si licenzia. Viene travolto dalla sindrome. Contatta SUOLAVOR e diventa un felice estetista. Ha pagato una lavoro che si merita.
In caso vi venisse voglia di contattare questi signori: Via Principessa Clotilde 11/f – Torino
Ma il giorno seguente non mi piaceva niente, tranne una frase giocosa ed eloquente. Diceva: “il lavoro debilita l’uomo”.
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