Da alcune pagine e strade

hfz…Aiutatemi a violentare la città per non esserne violentati.
art…El dado fue lanzado. Muoversi nella città. Strada, poi piazza, un pezzo lungo il fiume. La curva ed il viale alberato. Poi collina. Fino alla fine del cammino, pezzo urbano percorso.
Muovere nella struttura con basamenti in cemento e ferro, più in alto i mattoni colorati, i frammenti di legno che ostruiscono le finestre, coppi rosso caldo, fumo dal comignolo. Poco distante il vertice di cinque piani armati di vetri, tende e terrazze coperte dal vento. Quartieri che rispondono all’esigenza abitativa (lavorativa). Stipare, riempire, colmare, occupare. Case più antiche, in altre parole decadenti, investite di nuovo movimento, nuovi volti e parlate. Squarci di politica.
Mentre il cielo continua a rimanere ostruito da una folta coltre grigia, abusiva.
Poi si tratta di odore.
rt9…Venezia è muffa e salmastro, Salonicco sa di piscio, Costantinopoli di terra bagnata e fatica e sogno. Si tratta di investimenti, attraversamenti della percezione nello spostamento cittadino. La visione c’è, non è appartata, ma posta a lato dalle sensazioni che vengono colte altrove, a qualche centimetro dall’occhio. E non c’è scelta, e la libertà è denudata.
Violentare la città. Che implicazioni ne escono? Dove rintracciare scritte e graffiti che capovolgono il senso, la direzione di una solita strada?
Che percorso, come agire?
“Io sarei per restare”, commento di WuMinG a Torino, in dicembre, parlando di Italia. Il salmastro di Venezia. L’unto delle pareti di Verona. Il ferro di Torino. Le acque tranquille.
arr…Un fetore stagnante ferì le narici. Puzzo di morte, escrementi, urina. Il mio arrivo era salutato come si conviene.
Rughe