E così un giorno ho deciso di tornare. Sono passati mesi pieni di gioie e di dolori…

hey, che poesia è questa?! Sono solo riuscita ad incastrare viaggi, esperienze ed incontri in un tempo che solitamente usavo per prepararmi un caffè… solo?! Sì solo! Niente per cui vergognarsi, era il caffè più buono che potesse esistere, c’era tutto il mio amore, la mia attenzione… la mia vita girava attorno a quella macchinetta che non appena fischiava mi riportava il senso del dovere… ma è davvero stato così? No, mai… io odiavo quella macchinetta, il caffè era buono ma prendeva troppo tempo, quindi ho iniziato a prendere un caffè fuori casa, ho iniziato ad adorare questo nuovo metodo, intanto, non solo non dovevo stare lì attenta al fischio annunciatore, ma potevo addirittura svagarmi, leggere una rivista, parlare con un amico!
Appena mi sono resa conto della facilità della vita, della frivolezza delle preoccupazioni … ho mollato tutto e sono partita per il mio viaggio: la mia meta era lontana, partita con il mio treno personale verso l’infinito, l’infinito delle scelte, delle possibilità, ero io, con me stessa accompagnata dalla mia personalità, e… tutte le amiche preoccupazioni? Lasciate a casa, sì, con la macchinetta del caffè, poverina. …datato 2005?

Questo doveva essere l’inizio di ‘qualcosa’ , uno scritto, un libro..? ritrovandolo mi entusiasmo eppure mi rattristo: a 17 anni ero più appassionata del domani e meno soggiogata dai doveri, c’era la libertà condizionata, questo sì, c’era la scuola obbligatoria, in cui ci si ritrovava fra simili e ci si capiva e tutti si aspettava , si era in un continuo stato di attesa del futuro, delle fine del presente ‘obbligatorio’, e si era forti perché tutti si sapeva e si sperava dell’inizio della libertà! Ma non ci si rendeva conto che libertà è responsabilità? In tempi come questi abbiamo bisogno del brano …I Ka Barra come sottofondo delle nostre azioni, sarebbe bello come in un film, poter camminare e sentire di continuo I Ka Barra, e soffermarsi sul ‘est-ce que tu vas passer ta vie comme ça?’ passerai tutta la tua vita così? Bella domanda, ci fa riflettere, e allora riflettiamo, e riflettiamoci nel passato, cosa è cambiato? È tutto troppo devastante, nostalgico, bisogna assorbire, e smaltire anni di esperienze e di vita frenetica nel viaggio mentale, fisico, .. ma come farlo? il tempo non ci aspetta, mentre viviamo il presente dobbiamo smaltire il passato, e le idee presenti si mescolano e subentra incertezza.. chi sono? Cosa ho fatto? Come riflettermi nel mio passato? Come costruire il mio presente? Cercasi chi come me ha bisogno di tempo e non di critiche, di ironia, di superficialità.. ; io cerco i simili dispersi , io cerco di fare un presidio per il tempo, per attirare la sua attenzione, io cerco chi ha bisogno di un mezzo al passo coi propri pensieri, forse ce l’ho, è la mia forza, non quella del gruppo, perché non ho un gruppo in cui mimetizzarmi, c’è chi brilla di luce propria. sì, e poi tornerò in viaggio, mi scombussolerò ancora ma con la consapevolezza che tutto smette di esistere dal momento in cui noi glielo ordiniamo. Ed ora ascoltatela, I Ka Barra di Habib Koitè, mentre i vostri miti sbriciolandosi scompariranno e apprezzate.