Democrazia biopolitica e comunità terribile – l’una in quantoassiomatica della distribuzione dei rapporti di forza, l’altra in quantosostrato effettivo dei rapporti immediati – costituiscono le duepolarità del presente dominio. A tal punto che i rapporti di potere chesorreggono le democrazie biopolitiche, per dirlo in parole povere, nonpotrebbero realizzarsi senza le comunità terribili, che formano ilsostrato etico di tale realizzazione. Più esattamente, la comunitàterribile è la forma passionale di questa assiomatica che, sola, leconsente di dispiegarsi su territori concreti.In ultima istanza, è solo per mezzo della comunità terribile chel’Impero riesce a semiotizzare le formazioni sociali più eterogeneenella forma della democrazia biopolitica: in assenza di comunitàterribili, l’assiomatica sociale della democrazia politica non avrebbenessun corpo su cui realizzarsi.
Tutti i fenomeni che mescolanol’arcaico (neo-schiavismo, prostituzione mondializzata, neo-feudalesimod’impresa, traffici umani di ogni specie) e l’ipersofisticazioneimperiale non si spiegano senza questa mediazione.Ciò non significa che ai gesti di distruzione ai danni della comunitàterribile si attribuisca un qualunque valore sovversivo. In quantoregime di realizzazione di questa assiomatica, la comunità terribile nonha alcuna vitalità propria. In essa non c’è nulla che le consenta dicambiare forma in qualcos’altro, di collocare gli esseri in unarelazione radicalmente trasformata rispetto allo stato di cose presente;non c’è niente da salvare. Ed è un fatto che il presente sia talmentesaturo di comunità terribili, che il vuoto determinato da ogni rotturaparziale e volontarista con esse sia colmato a una velocitàsconvolgente.Se è dunque assurdo chiedersi che fare delle comunità terribili, quelleche sono da sempre già formate e da sempre già in dissoluzione, quelleche riducono al silenzio ogni insubordinazione interna (la parrhesiacome tutto il resto), è invece di vitale importanza cogliere a qualicondizioni concrete si possa distruggere la solidarietà tra democraziebiopolitiche e comunità terribili. Per questo occorrerà guardare con uncerto occhio, l’«occhio del ladro», quello che dall’interno deldispositivo materializza la possibilità di sfuggirgli. Condividendoquesto sguardo, i corpi più vivi faranno accadere ciò a cui la comunitàterribile involontariamente allude: la propria disgregazione.Le comunità terribili non sono mai veramente vittime della loromenzogna, sono semplicemente affezionate alla propria cecità, cosa checonsente loro di continuare a esistere.
Tutti i fenomeni che mescolanol’arcaico (neo-schiavismo, prostituzione mondializzata, neo-feudalesimod’impresa, traffici umani di ogni specie) e l’ipersofisticazioneimperiale non si spiegano senza questa mediazione.Ciò non significa che ai gesti di distruzione ai danni della comunitàterribile si attribuisca un qualunque valore sovversivo. In quantoregime di realizzazione di questa assiomatica, la comunità terribile nonha alcuna vitalità propria. In essa non c’è nulla che le consenta dicambiare forma in qualcos’altro, di collocare gli esseri in unarelazione radicalmente trasformata rispetto allo stato di cose presente;non c’è niente da salvare. Ed è un fatto che il presente sia talmentesaturo di comunità terribili, che il vuoto determinato da ogni rotturaparziale e volontarista con esse sia colmato a una velocitàsconvolgente.Se è dunque assurdo chiedersi che fare delle comunità terribili, quelleche sono da sempre già formate e da sempre già in dissoluzione, quelleche riducono al silenzio ogni insubordinazione interna (la parrhesiacome tutto il resto), è invece di vitale importanza cogliere a qualicondizioni concrete si possa distruggere la solidarietà tra democraziebiopolitiche e comunità terribili. Per questo occorrerà guardare con uncerto occhio, l’«occhio del ladro», quello che dall’interno deldispositivo materializza la possibilità di sfuggirgli. Condividendoquesto sguardo, i corpi più vivi faranno accadere ciò a cui la comunitàterribile involontariamente allude: la propria disgregazione.Le comunità terribili non sono mai veramente vittime della loromenzogna, sono semplicemente affezionate alla propria cecità, cosa checonsente loro di continuare a esistere.
da Tiqqun – La comunità terribile – DeriveApprodi 2003
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