Il fuoco della rivolta non illumina nulla, è una luce che diffonde solo opacità. Non illumina i rivoltosi, non illumina i loro corpi, non illumina le loro rivendicazioni. Gli atti, l’atto della rivolta è il loro discorso, l’evento da loro scatenato; la loro sola parola leggibile è nelle fiamme.
La rivolta, nel mondo globalizzato, è locale. Incide in un luogo il simbolo della rivolta e lo eleva a luogo rivoltato e rivoltante. Sono luoghi che si allargano negli interstizi della città, comprimendola. La città illuminante, che esige la trasparenza dai corpi che la abitano, è abituata ad accedere immediatamente ai corpi dei cittadini. Un solo sguardo di una telecamera ed essi grideranno nome, sesso, ruolo, lavoro. Tutto. I cittadini si propongono ad essa nudi e fieri; fieri della loro nudità, della trasparenza dei loro corpi, del loro non aver nulla da nascondere. Hanno accettato senza problemi l’identificabilità perenne ed attendono con impazienza l’ultima innovazione del controllo biometrico, poiché le tessere magnetiche e le firme sono ormai banalità giornaliere.
Ma la rivolta segna uno spazio, non lo conquista, lo strappa alla luce della città, lo sottrae, lo rende in fuga; un luogo disertore su una mappa per il resto completamente leggibile. Essa allora aguzza lo sguardo, dopotutto la rivolta sta bruciando tutto, ed il fuoco sta illuminando, e gli sbirri stanno accorrendo, ed i giornalisti stanno fotografando, e gli specialisti stanno parlando ed identificando, ed i cittadini stanno ascoltando e guardando. Eppure la sola cosa che la città vede sono le ombre degli incappucciati che presidiano il loro luogo sottratto, disertore dalla cartografia ufficiale. Ogni rivolta rende opachi corpi, identità, luoghi, emozioni ed azioni alla trasparenza richiesta dalla città. Ogni rivolta sottrae punti d’appoggio alla città, non cerca di migliorarla, non la critica, non propone riforme, ma ne mina le basi sottaendole nodi di amministrazione. Ogni rivolta sveglia dall’addomesticamento, o spinge nell’addomesticamento più intenso, a seconda che ci si lasci investire da essa o che ci si affidi alle mediazioni dello Spettacolo. Dopotutto le immagini affascinano e potremmo parlare e parlare per settimane della violenza e delle auto bruciate! O tornare selvaggi, tornare degli animali, fuggire dalla casa dell’addomesticamento e rompere ogni disciplina sul nostro corpo incidendoci con il segno della rivolta.
The.verza
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