Provateci e prendetelo come un gioco. Provate a fare una passeggiata in città, da soli, in coppia o in gruppo, non importa, e tentate di attraversare la città come fate normalmente, ma con una piccola clausola: evitare la videosorveglianza. Camminare non prestando il proprio viso, il proprio corpo, il proprio muoversi, alla cattura, alla fotografia, all’osservazione, alla registrazione. Evitate che la vostra traccia sia archiviata e sterilizzata, che perda il suo essere un passaggio sentito, percepibile ed esperienziale, che modifica, che incide, in favore di una semplice immagine d’archivio. Evitate telecamere di ogni tipo, evitate gli occhi elettronici, ovunque essi si trovino.
Se avete ben schivato l’ossessivo sguardo normalmente puntato insistentemente su di noi, se avete ben giocato, beh, è una città tutta particolare. Niente banche e niente sportelli innanzitutto. Edifici universitari assenti, edifici governativi ed amministrativi pure, poche scuole, pochi cinema e teatri, ma forse neppure le discariche, neppure le zone private in cui i supermercati ed i centri commerciali gettano i rifiuti (quante telecamere inaspettatamente puntate sui cassonetti e quanti cancelli a chiuderli). Pochi monumenti, poche piazze, poche strade grandi e larghe, e poche vie del centro storico. Sedi televisive, dei giornali, uffici importanti, palazzine di avvocati e contabili? No. Questure, basi militari, caserme? Neppure. Qualche villa storica, qualche casa dei ricconi, solo qualche nuovo complesso formato da cinquanta nuove villette a schiera, tutte uguali ed ugualmente amabili. Parchi, aree verdi, parcheggi? Forse, alcuni, ma non certo passando dal cancello principale. Stazioni dei treni, metro, ed altri simili mezzi di trasporto? No.
Cosa vi resta, che città rimane? La città al buio, la città oscura(ta), non certo notturna, ma neppure esposta al Sole. Che sensazione dona questa nuova città? Città che resta nell’ombra, buia, non illuminata neppure di giorno. Zone dimenticate? Zone morte, annoiate di se stesse? Zone libere? Zone in cui non succederà mai nulla? Zone in cui è già successo ma si è anche già dimenticato? Periferie dello sguardo assoluto, situate qualche grado troppo in là rispetto all’arco dell’osservabile? Zone in cui il “pubblico”(in ogni sua sfumatura) non è di casa? Non so, però provateci.
Essaye
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