Era una situazione simile a quella d’un esploratore

Era una situazione simile a quella d’un esploratore, che volesse ricavarsi un luogo nel vivo d’una foresta vergine: con quanto più accanimento lavorasse d’accetta, tanto più folta e possente la foresta gli ricrescerebbe d’intorno.
Scoppiano proiettili, i bambini di cartone, i tubi del petrolio sotterranei nel ghiaccio e le scintille, che le nonne al riparo disfano i fili ed il freddo di dicembre divora i muretti.
Le luminarie già pomeridiane delle vie eterne, i perimetri dei corsi che separano le dentellature di case popolari, magazzini, muri di cinta e torri di mattoni e cemento irto ed acuto. Luci delle cucine ed addobbi ad intermittenza respingono gli scatti dei semafori, i riflettori delle automobili e gli scuri volti inesistenti dei pedoni. Agli angoli di Mirafiori urlano dai tombini tori ed uccelli senza direzione.
Nel quartiere gli individui notturni fuoriescono da basamenti scavati, cortili di detriti, intricati corridoi divelti e muri, come maschere d’oggetti.
Le case immobili rimangono invisibili, ciò che ciondola acquista volto, come una minaccia, solo all’orlo dello schianto. Minuscoli popoli imbragati dal buio del confine meridionale della città.
L’aumento precipitoso degli abitanti delle case popolari è coinciso con un tumultuoso incremento di occasioni di incontro.
Dalle scale ai cortili, le piazzette ed i marciapiedi, i cancelli, le ringhiere ed i praticelli incolti ed incolori. Solo la nebbia rimandava l’idea che qualcosa fosse ancora gelido tra i cittadini e le loro dimore come castelli monolitici.
Nel momento in cui il quartiere si dimostra un tentativo riuscito di neutralizzazione e distruzione psichica della sua popolazione nuova, migrante, ecco che la lotta al suo interno è non già più sabotaggio, quanto affermazione violenta, fino all’assassinio di classe. c’è un’urgenza di esserci, in qualche modo.
Il quartiere lentamente venne disciplinato e governato con l’immissione di corpi speciali di controllo e sorveglianza, inedite leggi e costruzioni urbane. Poi venne il tempo dello svuotamento e del benessere per alcuni dei rimanenti. Qualcosa si ruppe nel dinamismo degli incontri e sopravvenne lo spettrale spazio odierno di condomini in ombra, strade piene d’auto e negozi che s’armano di natale. Il conflitto è assunto in risentimento individuale verso il prossimo, per il vicino abbruttito.
Nella pace del fiume (Sangone) si ritrova il silenzio che la foresta non concede all’esploratore.