Potrebbe essere chiunque

La proliferazione sistematica dei sistemi di sorveglianza e controllo abbraccia un’economia della paura perenne, del terrore permanente. Essa a sua volta si poggia sulla mancata conoscenza del preciso pericolo. Il punto di leva che innesca la macchina è proprio l’alone di incertezza che viene calato su chiunque, sul qualunque, sull’indeterminato. Presentato come tale, la macchina agisce per proteggerlo ed al tempo stesso per proteggere da lui; egli è il perno centrale ed al tempo stesso la macchina in atto. La macchina necessita di tutti i corpi, si inscrive in essi che ne diventano vettori, costituendo tutti insieme la macchina stessa. Chiunque è protetto da chiunque, per proteggere chiunque viene stretta la presa su chiunque, ed è chiunque che lo vuole e chiunque che lo fa. In questo meccanismo chiunque è chiunque, perché è solo come tale che partecipa a questa macchina. Anche quando viene posto in relazione con un nome (terrorista, sovversivo, pazzo, o anche più preciso, con nome e cognome), la sua identità e l’identità dei protetti tornano comunque ad essere diluite nel chiunque, espandendo nuovamente un’onda di paura-sorveglianza-protezione perché chiunque è il/in pericolo, chiunque è da proteggere, e si protegge da chiunque. Chiunque è il nemico da cui ci proteggiamo, ogni relazione è un’invasione, gli amici possono solo tradire. E alimentiamo questa macchina, e alimentiamo noi stessi. Paura-sorveglianza-protezione.
Uno