in cortili ombrati dalle terrazze. Ogni strettoia è il luogo dell’incontro tra i popolani. Le fondamenta dei palazzi sono vuote, i viali enormi e disadorni. Una città orizzontale, sdraiata tra i muretti ed i mattoni delle costruzioni. Nello slargo centrale, dove si esaurisce la linea 3 del tram urbano, una solo chiesa e dei graffiti attorno.
Poco lontano si organizzano squadre di tifoseria periferica, i nuclei ordinati degli abitanti. In inverno il sole del pomeriggio, alla discesa, crea vampe arancio su i palazzi di tutta l’area.
Nelle vicinanze, un campo nomadi circondava una parte dei ruderi dell’antico campo da calcio. Ora la struttura è nuova, rimessa in moto, e famosa.
Il campo si sposta nella boscaglia poco discosta: ne nasce un villaggio di roulotte ed uno stabilimento centrale.
In una notte di dicembre questo incendia dopo una fiaccolata torinese.
Rughe
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