Montaggi del controllo

1.

Non si dà invenzione tecnica o tecnologica, né tanto meno implementazione di servizi, senza che esse comportino una diretta evoluzione dei montaggi di controllo. Che il controllo avvenga, del resto, tramite montaggi, tramite la concatenazione di invenzioni tra loro tanto discontinue quanto funzionalmente compatibili e innestabili le une sulle altre, è la più evidente delle lezioni desumibili dalle tecnologie della rete: ogni nuovo servizio, ogni espediente tecnologico scivola surrettiziamente, quale nuovo inaspettato ingranaggio, nel grande montaggio adibito al controllo dei viventi. Sì assiste così ad una inversione senza precedenti: se solo fino a pochi anni fa era la ricerca militare a fornire alla società civile i propri ritrovati, estesi così al punto da perdere ogni originario riferimento bellico (è il caso di Internet), ora è la stessa società civile a costituire, attraverso la pletora in espansione dei propri servizi, il più micidiale arsenale del controllo biopolitico. Non
passa giorno senza che il più innocuo dispositivo, una delle tanti opzioni delle quali non siamo mai
abbastanza full, si riveli inaspettatamente quale strumento incaricato di serrare ancor più le maglie del controllo – non soltanto quello economico e nemmeno quello puramente libidinale, ma il controllo diretto dei corpi, dei loro incontri e delle loro traiettorie, delle loro migrazioni e delle loro bio-grafie.
La principale caratteristica di simili montaggi è il loro carattere tanto intempestivo quanto in anticipabile, a fronte del quale ogni critica o lettura possibili risultano sempre sul punto di essere ridicolizzate dalle inaspettate pieghe dei montaggi, così come dai drastici cambiamenti funzionali. Del resto, è per lo stesso motivo che letture e critiche, decise a cogliere tali montaggi con la forza dell’evidenza, non possono che mancare costantemente tale movimento spesso aleatorio, appiattendosi così in complottismo, o in apocalittica. Sia il caso del dispositivo-autostrada: se le prime critiche ad esso rivolte miravano in particolare a stigmatizzarne la funzione di coercizione delle rotte e delle direzioni (la quale non si sarebbe data senza instaurare un nuovo partage psico- geografico), mai ci si sarebbe aspettati che un piccolo servizio quale il telepass – funzionale all’incremento della viabilità e delle performance di velocità – avrebbe implicato l’ennesimo salto di qualità del dispositivo, assurto ora a gigantesco registratore, ad archivio degli spostamenti di merci e individui.

[continua]