Buona crisi a tutti

Chi l’ha detto che dalla crisi non si può uscire in modo diverso? Le ragioni di chi sostiene che “non c’è alternativa”, sono fuori dalla logica di ogni buon senso, anche se rispondo alla logica del pensiero unico che ha dominato negli ultimi trent’anni (non c’è sistema economico e sociale migliore di quello esistente). Davvero non c’è alternativa? Rimaniamo coi piedi per terra: parliamo di patrimoniale. Oppure di lotta all’evasione fiscale (120 MILIARDI L’ANNO). Oppure di tetto di 5000 mila euro alle pensioni. Oppure di abbandono di opere inutili come il TAV. Non stiamo parlando di rivoluzioni, ma semplicemente di manovre volte a prelevare un po’ di denaro da chi in questi anni si è arricchito sulle spalle della maggior parte della popolazione. Chiediamo troppo? Evidentemente sì, visto che la manovra Monti prevede più tasse per i soliti noti, aumento dell’età pensionabile (giusto per aumentare il conflitto generazionale e NON risolvere il problema della disoccupazione giovanile, 30%) e smantellamento dei diritti dei lavoratori. Una manovra di classe costruita su misura per non dar troppe noie a padroni e potenti, speculatori e banchieri.
Perché non si prendono mai i soldi dai ricchi, viene da chiedersi. La risposta non può che andare contro ai luoghi comuni che dipingono Monti come il professore che fa il bene di tutti perché è un tecnico e non un politico, contro alle falsità che è l’unica manovra possibile, all’arroganza di chi ci racconta che il problema è che non si può licenziare a tutto spiano. La verità è che Monti e la sua squadra rappresentano gli interessi del mondo padronale-confindustriale e finanziario. Il potere di chi in questi anni ha portato il mondo al collasso, non deve essere minacciato, ma deve essere implementato, ripondendo alle logiche neoliberiste per cui il mercato va lasciato libero e lo Stato deve fare da garante perchè questo avvenga senza intoppi. E allora i sindacati vanno indeboliti, i lavoratori frammentati e resi flessibili, la ricchezza deve spostarsi nelle mani dei padroni per compensare il periodo di scarsa profittabilità (in 20 anni in Italia l’8% del Pil è passato dai salari ai profitti)…Non serve continuare il discorso, è chiaro: la crisi è il modo migliore per spostare potere economico e sociale da un blocco (quello dei lavoratori) a un altro (la corporazione capitalistica europea). In tutto questo ci rimette la democrazia, cioè il potere di decisione da parte delle persone: in Italia e in Grecia, il governo tecnico è stato lo strumento per impedire che le persone potesser esprimersi in merito alle politiche imposte dalla BCE.
Una parte della soluzione sarebbe prendere consapevolezza di chi sono i veri nemici: non gli immigrati, non i lavoratori con più privilegi (che poi sarebbero diritti), non quello che sta sul gradino inferiore della scala sociale. Ma chi ha il potere, chi ci raccontana frottole ammantandone di verità suprema, chi licenzia i lavoratori e chi vuole togliere l’articolo 18. Una come la Marcegaglia ad esempio, per la quale bisogna vendere i beni pubblici, diminuire la spesa pubblica, liberalizzare e aumentare l’età pensionabile, che caso, quello che pensa Monti…
…tratto da: http://sottoban.co/Sottobanco:Lottadura_%28gennaio_2012%29#pg_03
Francesca Leonardi