Verona 20 febbraio

Neanche un mese fa a Verona pioveva un sacco, tanto che di sera il mio Virgilio cercava di mostrarmi almeno piazza Dante, ma Cristo come pioveva, e poi c’avevo le Clark contraffatte, che non ci han pensato due volte a marcire all’istante. Però è bella piazza Dante, no? Si fanno tutti quei bellissimi aperitivi… Lo spritzino delle sei… Facile la vita eh? Con lo spritzino… Pioveva dunque e ho visto tutto come in carrellata, coi piedi zuppi, non si riusciva mica a godercisi la piazza Dante. Poi l’Adige, impetuoso, elegante, parabolico e l’ambra dei pezzi di Roma, le luci basse e calde, i riflessi delle luci basse e calde e dell’ambra dei pezzi di Roma giù lungo l’Adige, impetuoso, elegante, profondo. Pioveva ancora. E allora una birra, coi piedi bagnati. La deriva bagnata è particolare, alla fine ti incula.

Il giorno 2 c’erano un sacco di bandiere nere davanti all’Università e gente che si aizzava verso qualcosa. Poi altra gente vestita di scuro, questa volta più precisi, coordinati, con le armature e gli scudi, che premevano perché si mettessero giù i cartelli. Non so bene se per i neri del primo tipo o per quelli del secondo, ma mi si stringevano il petto e la gola, che quasi mi veniva da piangere. Gli altri sembrava che no, alla fine loro c’eran più abituati forse, e suonavan per terra con un pezzo di charleston.
C’è un bel dipartimento di filosofia poi, a Verona. Anzi forse non è un dipartimento di filosofia e basta, forse è spurio, però ci son gli armadietti con le opere di Kant in originale, a caratteri gotici. E un sacco di libri, vorrei proprio vedere chi se li legge quei libri, perdio, di Wolff, in tedesco anche quelli, mi sembra. L’opera completa. E poi si è aperta una porta lungo il corridoio di filosofia, e c’era la voce di uno, e cercavo di captare bene la voce, intanto, perché il resto non lo vedevo.

Una cassa di radicchio a Verona costa circa tre euro. Una cassa! Dopo però è un pò impegnativo cucinarlo tutto prima che marcisca, è una corsa contro il tempo. Per questo ci son dei ragazzi che hanno organizzato un aperitivo in osteria, così poi si poteva cucinare non dico tutta la cassa, ma almeno metà della cassa dei radicchi. Dopo l’aperitivo han suonato, i ragazzi, ma c’era un signore attempato e ubriaco che si è lamentato perché ci si divertiva senza architettura, troppo convivio e pochi accordi. Che la musica o la fai tutta la vita o non è che puoi improvvisare così. Perdio, va bene, lo puoi fare, son ragazzi, potran pure divertirsi, però vuoi mettere con chi ha dato la vita, alla musica? Lui l’aveva data la vita, alla musica, diceva. E allora te lo guardi e pensi: questo qua l’ha data la vita, alla musica, forse. Ma non sarà mica che la rivuole indietro adesso, da noi?

Aleinala