-Ancora non ti stufi a giocare con me.
-Perché dovrei, sei un buon giocatore.
-Sì ma vinci sempre, insomma, io al tuo posto avrei già smesso da un po’…a meno che non continui perché ti faccio un po’ pietà, per farmi piacere. Lo dici anche tu che il “Sistema Colle” è un’apertura da pensionati
-In effetti per giocare seriamente a scacchi dovresti imparare qualcosa di meglio, di meno noioso soprattutto. Che vuoi, te l’ho detto più volte che potremmo studiare qualcosa assieme ma tu devi sempre lavorare, mille riunioni, non riusciamo quasi neanche a cenare in pace in famiglia che c’è sempre qualche tuo collega con cui devi discutere dell’ennesimo affare per l’ennesima occasione e bla bla bla. Forse preferisci giocare con i tuoi soldatini.
Sguardo malizioso di lei
-I miei soldatini…non c’è neanche più gusto a mandarli a morire. Una volta poteva essere stimolante studiare dei sistemi per assoggettarli psicologicamente, ora è tutto così facile. Una siringa basta per iniettare un microchip grande meno di granello di sabbia e sono più automi di prima. Ripeto, non c’è gusto. Tocca a te.
– Muovo la torre in e8. Come non c’è gusto, è esattamente come stai facendo ora con me. No?
-Non proprio. Ancora meno variabili casuali, i pezzi sono acora più vuoti. Ma sai cosa faccio: ogni tanto li spengo, così, per destabilizzarli un po’. Giusto quel tanto che basta per creare un po’ di confusione. E per ricordarmi che sono l’unico a non avere subito l’iniezione.
-Ahaha, l’unico, chiaro. In effetti anche essere adulati da robot non deve essere molto gratificante.
Lei sogghigna
-Oh, no ma loro mi adorano ancor di più quando li spengo, sai. O meglio, non li spengo, li sospendo. Li chiamo i “Parzialmente Sospesi“. Riesco ad eccitarli a volte quasi di più quando non sono attivati i microchip. Una volta ne ho ricevuto uno che mi ha detto che…
-Sì, sì, so già la storia. Me l’hai raccontata mille volte. Muovi va
-Che prosaica. Uff. Pedone in e4
-Ardito.
Continuano la partita
Lui comincia a sentire qualcosa di strano dentro di sé e lo comunica alla moglie
Lei lo guarda. Poi parla d’altro
– Nostro figlio sta mangiando troppo in questo momento.
Nostro figlio sta correndo troppo in questo momento.
Chiamo la maestra
Il malessere di lui peggiora
-Oh dove stai andando, rimani qui a finire la partita
-Beh sto male, cerco qualche pastiglia da prendere
-Tu ora muovi
-Mi suona come un “tu ora muori”, amore
-Hai fame ora?
-Ora mi è venuta fame
-Hai sete ora?
-In questo esatto istante, ora che me l’hai detto, mangerei. Sì ho fame
-Muovi, non fare il bambino
-Mi suona sempre più come un “muori”
-Ma smettila di fare la vittima. Ora devo andare a prendere il marmocchio, ne sta combinando troppe in questi giorni, non ha ancora imparato che non si disobbedisce alla mamma
-Ma resta, ti prego, resta con me, lascialo a scuola!
Lui si piega per i crampi alla pancia
-E tuo figlio? Non vedi che razza di succo di frutta sta bevendo? Sguardo stizzito di lei
-Sto male Sguardo allucinato di lui
-No, tu non stai male, semplicemente non hai voglia di accompagnarmi. Sguardo accusatore di lei, sguardo anche un po’ compiaciuto
-Sto male, davvero
Strascica le parole
-Io esco. Sguardo soddisfatto di lei
-Non riesco a muovermi.
-Non ti preoccupare, amore. E’ tutto sotto controllo.
Ada
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