La spesa nella società consumistica

Guarda, ascolta, inginocchiati, prega, la pubblicità. Non produciamo più niente e nello stesso tempo produciamo troppo. Non serviamo più a niente e nello stesso tempo siamo troppo utili. Che cazzo ci stiamo a fare allora? Siamo dei consumatori. Ok, ok, compri un sacco di roba da bravo cittadino, però se non la compri che succede? Se non la compri che cosa sei? Un malato mentale, è un fatto. Se non compri la carta igienica, la macchina nuova, un frullatore computerizzato, un attrezzo elettrico per orgasmi multipli, un impianto stereo con le cuffie che ti spappolano il cervello, computer con attivazione vocale. Ok, oggi c’è il fai da te, il bio e tutte quelle cose che ti fanno stare a posto con la coscienza, ma cosa sono se non altre possibilità già belle che confezionate dalla società del consumo? Da tutto il meccanismo di certo non se ne può uscire finché le soluzioni ce le impacchetta il sistema stesso. Grandi supermercati, clienti tutti in fila ordinati per comprare il prodotto consigliatoci dalla “Divina” pubblicità. La sovraproduzione della società dei consumi porta però ad una grandissima quantità di prodotti buttati. Basta guardare un cassonetto vicino ad un grande ipermercato, dentro è possibile trovarci quasi ogni prodotto, cestinato anche solo per una piccola imperfezione. Da tutto questo spreco c’è anche chi saggiamenta, tenta di recuperare i “prodotti di scarto” e anziché incolonnarsi nella fiumana delle casse, fa spesa dai cassonetti. Certo ci si sporca un po’, e magari non si troverà proprio tutto quello che ci serve ma è tranquillamente possibile tornare a casa con borse piene di roba di mangiare senza spendere nemmeno un euro. 

Matte