La resistenza alle porte degli sfrattati vive a Torino una primavera particolarmente radiosa. In due mesi di azioni della questura, ogni terzo martedì del mese si concentrano da settembre almeno 6/7 operazioni di sfratto, cittadini tra cassonetti legati ed ostruzioni varie, hanno impedito ogni manovra. Ci sono due piani sovrapposti. Gli sfratti ordinari: gli appuntamenti singoli e “regolarmente” meno problematici, coinvolgono nuclei di 10 persone ai portoni, a partire dalle 8 del mattino. Le giornate di sfratto (dei 6/7 di prima) cominciano invece alle 4 del mattino, nel silenzio del buio prima dell’alba. Risulta coinvolto anche un centinaio di persone, che si distribuiscono tra i vari alloggi, con individui in transito circolare tra gli isolati, a controllare le mosse delle questure più vicine agli edifici di sfratto. Camionette in perlustrazione; auto della digos ad ogni angolo (con ampi cenni di fastidio per le oscure presenze); altri cittadini ed altre reazioni. Qualcuno s’incazza, qualcuno applaude e canta, qualcuno chiede solo di passare con larghi sorrisi: s’aprono le barricate (erano poi queste le barricate?) e tutto torna poi legato come prima. Famiglie intere che ridono, risolvono per un poco il problema del tetto e poi, ogni domenica pomeriggio, tornano a parlarsi, a litigare, a confrontarsi, a capirsi ed a volte no. Gente da Milano sembra aver preso la questione davvero sul serio, tornano spesso. Alla vigilia degli sfratti, s’armano le case, si chiudono fessure, ci si guarda e ci si conforta. Dietro ogni porta è tutto concentrato un mondo d’azioni di rapina, d’ costruzione, di solidarietà e d’affetti; tè, biscotti, succhi vari, cene popolari d’autofinanziamento, salti oltre ai muri dei cantieri. Martedì 16 settembre sono stati sventati in questo modo 4 sfratti; questo mentre una decina di camonette di polizia e carabinieri percorrevano in lungo ed in largo la città di Torino, urlando talvolta, sostando in alcuni posti per poi scomparire: l’ansia che ti prende dietro un riparo senza via d’uscita riavvicina ai compagni irreparabilmente. Oggi tra i partecipanti tutto è più facile, fino al prossimo colpo mortale di questura. 
Rughe