Studenti Verdi sfitti

Ieri mattina è stato sgomberato lo studentato Verdi15 occupata. In serata è stato occupato palazzo nuovo per ospitare che è rimasto senza casa. In giro per la rete trovate molte testimonianze, foto, interviste e articoli imbarazzanti. Torino si è abituata a vedere celerini e camionette per le sue vie, passeggia come se niente fosse tra cordoni di scudi. Mentre il corteo rabbioso procedeva verso la regione mi sono fermata a guardare un’istantanea surreale, i ragazzi pakistani con le loro poche cose appoggiate sotto i portici e gli occhi smarriti. Dietro di loro un cordone di celerini e camionette che ne faceva uscire uno alla volta. In mezzo a loro Torino passeggia. Indifferente. Dentro il cortile della verdi ben divisi tra italiani (faccia al muro), stranieri (faccia a terra) e qualche mal capitato (ma cercato) chiuso in una stanza con gli sbirri. Torino indifferente. La giornata è stata lunga e la sera prima di chiudere il cancello di palazzo nuovo ho guardato dentro. La determinazione è più forte dell’indifferenza. La verdi15 era ancora tutta lì. Ma fuori si solidarizza sono con la legalità. Abbiamo lasciato la regione, con qualche testa sanguinante. Direzione comune. Una ragazza davanti a me cade colpita in volto da un lacrimogeno lanciato a mano. Lanciato a mano. Al Volto. La riconosco. Ha paura, il sangue, l’occhio, le lenti. Entriamo in un ristorante che ci chiude la porta in faccia. Entriamo. Fanno entrare un celerino in bagno. Dobbiamo uscire e seguirli. Dobbiamo? No. Uno dei suoi è stato colpito da una pietra sul casco. Casco. Non hanno preso nessuno. Hanno bisogno di avere qualcuno. Vogliono la ragazza colpita da un lacrimogeno in volto. Non usciamo. Entra il cameriere e ci vuole sbattere fuori perché disturbiamo la pausa pranzo dei clienti. Usciamo nel cortile interno. L’odore di lacrimogeni è ancora forte. La ragazza si calma. Va un po’ meglio, C’è anche tempo per un sorriso. Fuori tutto è indifferente. Non ha più paura. E’ determinata. Usciamo e fuori c’è il sole.