BRESCIA: AL TEMPO DELLA CRISI, REDDITO E DIRITTI SI CONQUISTANO

14 Novembre 2012 – Lo sciopero generale mediterraneo getta l’Italia nello spazio dell’attacco. Quel terreno aperto, ormai ovunque, dalle contraddizioni di un neoliberismo incastrato tra una gestione socialmente insostenibile della crisi finanziaria ed il problema, sempre più evidente, di dover difendere la storica facciata liberale di fronte ai movimenti di piazza. Anche a Brescia va in scena lo sciopero: “contro la scuola della crisi, costruiamo la scuola delle lotte” è lo striscione che apre il corteo autonomo che si concentra in piazza Garibaldi. E’ lo slogan della componente maggioritaria, ma non unica, della manifestazione che raccoglie migliaia di persone tra tutti quei soggetti colpiti giorno per giorno, manovra dopo manovra, dalle misure di austerity imposte dal governo Monti. In migliai si muovono dal concentramento ed è subito chiaro che, come da diverso tempo a questa parte, la piazza dei movimenti rifiuti la pratica della semplice sfilata sponsorizzata in tutto il paese dallo “sciopericchio” della CGIL: si tratta ora, sulla scia dei movimenti globali che attraversano il mondo del comando capitalista dagli States alla Grecia, passando dalla penisola iberica e dal Nord Africa, di dichiarare un rifiuto netto del presente e di costruire immediatamente un altro modo di vivere, a partire dalla conquista di strade e piazze. Gli studenti seguono la data dello scorso 5 Ottobre e guidano un corteo “selvaggio” nel quale ci sono lavoratori, precari, disoccupati e la presenza fondamentale del comitato provinciale contro gli sfratti, che da due anni organizza picchetti anti-sfratto in tutta la provincia. Serpentone che si pone la stazione ferroviaria come primo obiettivo e trova qui lo sbarramento delle forze dell’ordine alle quali, in linea con quella che evidentemente è stata la gestione nazionale delle numerose piazze insorgenti, viene subito ordinato di caricare una prima volta il corteo, il quale non arretra e subisce una seconda aggressione molto violenta. Manganellate inferte con particolare aggressività e nervosismo, per dare una lezione a giovani e giovanissimi. Non è questo il risultato: pochi minuti dopo i binari della stazione di Brescia sono invasi dalla manifestazione, che una volta ricompattata riesce ad aggirare il cordone di Polizia e Carabinieri. Non accontentandosi il corteo si è poi riversato per l’intera mattinata sugli snodi principali del traffico cittadino fino a dirigersi verso il centro storico in tarda mattinata. E’ chiaro, però, che se si tratta di muovere un’offensiva in grado di mettere in discussione il sistema politico ed economico tutto e costituirsi immediatamente come alternativa, una parte considerevole della battaglia si combatte sul piano degli spazi, politici e fisici. Nel tempo della crisi il motore, di una straordinaria potenza, sono i bisogni; ed è a partire da questi che il corteo bresciano ha deciso di riappropriarsi, durante il proprio percorso, di un ex-hotel inutilizzato da 8 anni, nel quartiere popolare del carmine. Dopo l’apertura e l’occupazione dell’edificio il corteo si è concluso ed ha iniziato da subito a vivere questo nuovo spazio che ad oggi è ancora liberato dalla polvere e dall’abbandono, restituito alla città. All’interno di quello che ora è l’Hotel Sirio Occupato, dopo i lavori e le pulizie dei primi giorni, si organizza ora un centro per l’emergenza abitativa (di disoccupati, precari, studenti, senza fissa dimora) completamente autogestito e che ospita già numerosi bisognosi e solidali. Una nuova esperienza che è già scesa in piazza, come in numerose altre città, il 17 Novembre: per denunciare da una parte le violenze scagliate dalle questure italiane contro la protesta diffusa pochi giorni prima, e per rilanciare i percorsi di tutte quelle soggettività in lotta contro la crisi di cui ora l’Hotel Sirio è connettore a Brescia. Non poteva esserci giornata migliore rispetto al 14 Novembre dello sciopero europeo contro la crisi e le misure di austerità imposte dalle governance e dalle istituzioni finanziarie, per avviare la costruzione di un nuovo luogo del conflitto vivo in città, di uno spazio in cui si condividono percorsi che partano dai bisogni e dai sogni delle persone, lontano dalle retoriche dei sacrifici e della produttività. Un luogo in cui attualmente vivono diverse famiglie che hanno subito uno sfratto per morosità incolpevole e molte persone che fino a qualche giorno fa erano costrette a dormire per strada. Al tempo della crisi, reddito e diritti si conquistano.