della
ballata su Maria Occhinti è andata perduta l'esecuzione del 2003
il video...purtroppo è in formato di windows (dopo la perdita dei dati, ho recuperato solo questo) Cumpagni e amici
cari
vi cuntu la storia di Maria Occhipinti
chi o confinu finiu e parturiu.
di Rausa la purtaru
nzinu o confinu di Ustica
e ‘nto ’46, ccu ‘mbrazza a picciridda
cunta a so storia
e compagni di cella:
A S.E. Benito Mussolini
Non siamo tutti figli della stessa madre?
Perchè i ricchi possono corrompere i generali e non vanno a combattere
come i poveri?
Maria, videva chiddu chi
c'era di viriri
e sinteva chiddu ca di sentiri c'era.
era cosciente delle ingiustizie
la nostra povera gente
sintirisi impotenti
davanti a li putenti
- Riscattamuni cumpagni
la guerra sta finennu
e u Socialismu trionferà! -
Ma u putiri è de' fascisti
cancinu abbitu e nun s'affruntunu
NO! ca nun s'affruntanu
Forza e curagghiu, ca l'uommini
arritornanu
c'è u maritu di Maria ma ancora tanti n'ammancunu
'Nta 'nfronti luntanu e in priggioni fitusi
nuostri figghi e mariti
ancora rinchiusi.
parlato: ci furono i primi
scioperi alle miniere, poi i netturbini co' "Zu Pè"
che si dichiara COMUNISTA INTERNAZIONALISTA ANARCHICU RIVOLUZIONARIU,
si aprì la camera del lavoro...e giunse la notizia dell'armistizio
di settembre.
L'armistizio fu accolto dall'entusiasmo
popolare come la fine di un incubo, ignorando che la guerra non era
ancora finita: bisognava scacciare i Tedeschi
MINISTERO DELLA DIFESA
in nome di S.A.R. Umberto Re di Savoia luogotenente del regno:
entro dieci giorni vi presenterete al distretto militare. Portate con
voi gavetta, cucchiaio e coperta.
arrivaru i cartullini
di culuri rosa
tutta a genti lu sapeva
della nuova partenza.
Manifestazioni a Comiso e Vittoria
strazzannu cartullini
in segnu di protesta.
macari Ciaramunti s'arribbella:
spaccannu tutti cosi:
daziu e ammassu
avanti rivoltosi!
e o sirici di dicembri
ca a Giarratana occupanu a caserma
e focu e fiamme nta l'uffici
e u granu ppì tutti
e poi Muorica, Rausa.
Dopo queste proteste, fu
indetta alla periferia della città di Ragusa una grande assemblea
popolare; alcuni noti fascisti, tentarono di guidare il movimento, dicendo:
- non si parte! Contro gli eroici fratelli tedeschi traditi, contro
i nostri fratelli del nord abbandonati alla canea sanguinaria dei partigiani
- diceva Rocco Gurrieri.
Il malumore prese il sopravvento dopo il suo discorso e l'anarchico
Ciccio Calamusa disse:
- tu non hai capito che non solo non si parte ma, anzi, non si torna
indietro!-
- cca, amu a fari i partiggiani,
cca! Cca amu a fari i partiggiani!!!-
NON SI PARTE, MA INDIETRO NON SI TORNA.......si udiva
il governo Badoglio, nel
cercare di mettere in piedi l'esercito aveva deciso, il 23 settembre
1944, di richiamare alle armi 100.000 uomini, per poter portare a 450.000
il totale dei suoi armati, com'era stato consentito dagli alleati.
Del governo del "duca di Addis-Abeba" facevano parte anche
socialisti e comunisti, che detenevano alcuni posti chiave.
I comunisti, con la "svolta di Salerno" avevano deciso la
collaborazione con la monarchia, in un fronte patriottico proteso alla
cacciata dell'invasore tedesco e a gettare le basi per la rinascita
democratica dell'Italia; tutto questo significava la rinuncia alla via
rivoluzionaria.
Nel secondo governo Bonomi, Togliatti è vicepresidente del consiglio;
è quindi con l'avallo dello stesso P.C.I. che fu svolta l' operazione
del richiamo alle armi.
Ma il fallimento fu grande: su 73.000 richiamati, se ne presentarono
solo 15.000, nonostante Togliatti dichiarasse in seguito che nella calunniata
Sicilia si presentarono 14.800 richiamati su una previsione di 14.000...giocando
sul fatto che il governo, sui 73.000 richiamati, prevedeva una utilizzazione
di 20.000 uomini. Cifra vicina a quella di coloro che si erano presentati.
Ci si appropriò di
armi e munizioni, ma nei giorni 3, 4, 5, e 6 gennaio, ebbe inizio il
declino della NOSTRA rivoluzione.
U prefettu NAITANA
nnì vietò l'assembramentu
tri pirsuni, nzulu tri
nta li chiazzi raggruppati
e a li setti di la sira
nzinu e setti do matino
coprifuoco o galera.
Comunisti e anarchisti
espropriavunu e signori
armi e munizioni
ppì la rivoluzioni.
parlato:
- L'unica guerra ca vulemu è chidda rivoluzionaria. Piccchì
non hanno proposto na costituzione di un esercito volontario che andasse
a combattere a fianco dei partigiani? -
Ci si chiedeva all'interno della sezione del partito cumunista. Dove:
In incognito arrivò
LI CAUSI
diriggenti do P.C.I.
u mannarru in Sicilia
ppì la sorti do partitu ...e diceva:
parlato:
- in questo momento è essenziale la massima unità per
liberare l'Italia dall'occupazione tedesca -
- attentu , Li Causi, niatri
avemu i bummi a manu
nun si parti, u voi capiri (dicevanu i cumpagni)
- si cumpagni ma nenti minchiati
ammucciativi o scappati
ma raccumannu, nenti minchiati -
Per la violazione del coprifuoco,
furono arrestate 22 persone e nove renitenti erano stati prelevati.
La mattina del 4 gennaio, decisero un'operazione di rastrellamento e
prelievo forzato dei renitenti nel quartiere Russia, il più compatto
nella proposta...
- Maria, Maria! – si stannu purtannu
na signura, chiancennu, a Maria vo ‘circau
idda sapeva parrari e i figghi i mamma i puteva difenniri
tutti i fimmini a circari
di firmari i militari
e tra chianti e muttuna...
tutti a vitturu ‘nterra.
Maria s’ ittau, ‘ncinta i cincu misi, dicennu:
- mi putiti ammazzari, ma ri cca nun passati! –
Quel gesto scoraggiò
in parte i militari e intanto accorreva altra gente fino a quando i
militari non vennero disarmati. Ben presto, tutta la città fu
in mano ai ribelli, ci furono anche i primi assalti in periferia per
forzare il posto di blocco dell'esercito e venne affrontata una autocolonna
militare dove, arrerisi i militari, furono recuperate armi, munizioni
e viveri.
Al bivio di Giarratana, i ribelli istituirono un posto di blocco per
fermare eventuali truppe in arrivo, a Ibla occuparono la caserma dei
carabinieri e il distretto.
Il prefetto corse ai ripari, nominando tempo prima il socialista Giovanni
Lupis come questore.
Lupis cercò di intervenire contro la sommossa di Ibla ma prima
degli "archi" fu assalito lui e i suoi uomini, rinunciandovi.
L'esercito si concentrava
per invadere la città, usufruivano anche di un aereoplano per
segnalare i movimenti dei rivoltosi. Il primo scontro, al bivio per
Giarratana, fu violentissimo ed in quei giorni si ebbero anche i primi
prigionieri; altre truppe penetrarono a Ibla, recandosi verso la prefettura
assediata, ancora per poco, dai ribelli.
Gli assedianti fuggivano e si nascondevano, i militari attuarono una
durissima repressione, rastrellamenti e razie si susseguirono casa per
casa.
Il questore, socialista Lupis, si diede da fare per ripristinare l'ordine;
quasi tutti i fascisti che avevano infiammato gli animi della gente
coi loro comizi, furono lasciati tranquilli. Gli arrestati furono la
gente semplice del popolo ed in maggioranza socialisti, comunisti di
base ed anarchici.
vinti jorna di dumanni e
camera di sicurezza
cu purtarru ‘ncarcere e cu o confinu
Maria a Ustica parturiu sa figghia.....
e ppuoi? Chi successi?
Un corteo. ‘Ncorteo di deportati cu na stritta bannera russa,
ppi la fine di la guerra e l’iniziu da galera.
Maria e altri due confinanti furono trasferiti in carcere.
u quattru lugliu do quarantasie
u governu varò l'amnistia
Togliatti la vulia.
Tutti li fascisti, perdonati e riveriti
turnaro ai loro posti d'impiegati
'nveci i ribbelli, puniti e bastunati
a fini i l'annu furu scarcerati.
tranni unu:
Erasmo Santangelo, nun tornò più
vintitrì anni ci avevano dato
dici ca 'nfinanzieri aveva ammazzato
ma nun cià fici e a Rebibbia impiccato fu trovato.
Santangelo: ventesima vittima della rivolta del "non si parte"
E fascisti i megghiu posti
nta l'uffici do putiri
i ribelli, genti semplici, a zappari nte turrini
vigne e armali di curari
ppo palatu do patruni
erbi amari, quali carni
ppì li figghi de cumpagni
erbi amari, quali carni
ppì li figghi de cumpagni.
4 luglio 1946
Il governo varò l'amnistia voluta da Togliatti. Con essa, il
nouvo regime intendeva chiudere in fretta con il passato, scarcerare
i fascisti, perdonarli e rimettere in Italia sul binario della riconciliazione
nazionale.
Non tutti i ribelli dei moti furono liberati, molti attesero la fine
dell'anno per motivi spesso inesistenti.
Erasmo Santangelo, invece, non tornò più. Accusato dell'omicidio
di un finanziere, condannato a ventitre anni di carcere, morirà
suicida dopo alcuni anni nel carcere di Rebibbia.
Santangelo, fu la ventesima vittima della rivolta del NON SI PARTE di
Ragusa.
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