Tutte scappano ed alla fine una viene presa. Le altre, guardano con terrore la gazzella che viene finita”. Lui ha il permesso di soggiorno? Ce l’ha avuto, ora no. “Ora No?!?” Ora, no. Ma tanto sono le ultime domeniche, poi si trasferirà al mare a vendere sulla spiaggia. Anche se non è sicuro che andrà tutto liscio: quest’anno gira voce che alcuni comuni non lasceranno entrare. Amministrazione dei confini nell’europa unita. Lo invitiamo all’aperitivo che organizzeremo chissà quando e chissà dove, ma ripasseremo, dice che verrà. I vigili se ne vanno, la piazza è piena di |
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venditori. Tra i banchi parliamo una lingua di mezzo con Shimul, Monir e Tanvir, del Bangladesh, ci lasciano il numero di telefono.
Incontriamo Marco (Avvocato), compro scarpe, cd, dvx per contraffare e scaricare illegalmente musica e film (25 cd + 25 dvd+abbonamento fastweb craccato diviso in 8 persone = 17 euro, la stessa spesa per cd di musica originale e cinema per due persone=850 euro, ecco perché i venditori delle bancarelle sono tanto pericolosi).
Siamo incuriositi dall’aria intellettuale di Abdul, fa’ compagnia la fratello visto che oggi non lavora alla ditta. Capisce subito di cosa vogliamo parlare:”gli immigrati sono lasciati a Dio. Non c’è nessun partito, nessuna forza politica che parli di immigrati come persone. Solo ora sono al centro dell’attenzione, ma solo in termini negativi. Il problema è il livello di istruzione degli immigrati, molti arrivano in Italia che non sanno nemmeno leggere” (esperienza diretta corredata dalle statistiche del quotidiano gratuito”metro”). E la situazione è pessima. “Gli italiani pure hanno tanti problemi, figurati gli immigrati. Devono sempre lavorare e non possono tirare il fiato un secondo” lui il permesso di soggiorno ce l’avrebbe, è entrato regolare nel 2002,ma non fa’ più di tanta differenza anche chi il permesso ce l’ha, ha sempre problemi per il rinnovo. Secondo Abdul il modello francese è migliore di quello italiano. “In Francia per entrare ed avere un contratto di lavoro devi avere almeno un certo livello nella lingua. Dovrebbero farlo anche qui. Chi non parla la lingua non entra”. Quando l’estate ci si ritrova in Marocco i “francesi” sono i più rispettati. “Alla frontiera la polizia non li controlla nemmeno, li lascia passare subito, mentre “a noi “italiani” ci perquisiscono pure, ci fanno mettere in fila”. Lo salutiamo, gli diamo il nostro volantino per comunicare in qualche modo, quello che ci è sembrato inopportuno esporre come una lezioncina a memoria: “radical chic aspiranti banlieusard no-border” vs. pragmatismo della vita.
L’ultimo incontro è Da, Kadim qualcosa Da, “ma Da è più semplice” (per noi italiani ovviamente, grazie). Parliamo un po’ francese un po’ italiano, cambiando codice quando uno dei due è in difficoltà, quando qualche parola è mancante. In questa galvanizzanzte mattinata di chiacchere e di sole, Ba sembra triste: “la vita è sempre la stessa”. Non è peggiorata ora con Alemanno? No, era già pessima prima: “problemi con la polizia, e si vende poco”. E’ arrivato da Senegal quattro anni fa’, sens papier da allora. Quando tornerà in Africa, non ripartirà più: “l’Africa è il Paradiso, c’è mia moglie le mie figlie. Mangiavo tutti i giorni a casa con loro. Avevo la mia casa”. Perché non torna? Tornerà, ma non ora, senza niente. Deve mettere da parte un po’ di “capitale”. Tanti tornano ricchi, e a casa contano su di lui. Lo ripete: “ils compte sur moi, il compte sur moi”. Si avvicina qualcuno per comprare musica illegale da una persona illegale. Ba ci saluta, lo invitiamo a continuare la discussione all’aperitivo. Meglio, qui c’è la polizia, i clienti che non è permesso farsi sfuggire e non c’è molto tempo per le chiacchere e per la politica.
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