da: http://frontex.antira.info
scarica documento word
21 Febbraio 2008
Introduzione
Il 13 Febbraio 2008, Franco Frattini, il commissario per la Giustizia, la Sicurezza e la Libertà nonchè vicepresidente della Commissione Europea ha presentato il cosiddetto pacchetto della Commissione Europea sui confini, intitolato “Una visione globale per un sistema di gestione integrato dei confini europei per il ventunesimo secolo”.
Il pacchetto consta di tre parti. La prima è una valutazione e una panoramica di Frontex, l’agenzia di sicurezza dei confini europei. La seconda parte suggerisce l’istituzione di un sistema di sorveglianza dei confini europei (EUROSUR). La terza parte discute della creazione di un registro di ingresso, in particolare, la terza parte è stata ripresa dai media ed, in parte, fortemente criticata. Le critiche riguardano il fatto che questa terza parte distragga dalle prime due che saranno silenziosamente messe in atto senza ulteriori discussioni.
Durante la conferenza stampa Franco Frattini ha ripetutamente sottolineato che il pacchetto sui confini è solo una proposta per la futura architettura della gestione dei confini dell’Unione Europea. Dovrà essere discussa con il Consiglio dell’Unione Europea, il Parlamento Europeo e gli stati membri. È solo una visione, non una proposta concreta e soprattutto non è già pronta per essere applicata. Piuttosto la sua messa in atto sarà possibile solo in un lasso di tempo che va dai prossimi cinque o dieci anni. Ciononostante, l’UE dovrà fare dei passi concreti verso una “politica di fortificazione” ancora più rigida in un breve periodo di tempo.
La Slovenia, che avrà la Presidenza dell’UE per la prima metà del 2008, ospiterà una conferenza presentata dal Ministro degli Interni dell’UE dal titolo “Rafforzare i confini europei” l’11 e il 12 Marzo 2008. è interessante il fatto che alcune delle indicazioni (non vincolanti) della Commissione saranno discusse in questa conferenza. Inoltre, nel 2008, verrà condotta una valutazione del processo “Schengen” che porterà ad ulteriori nuove iniziative dell’Unione Europea.
Questo testo schematizza la direzione verso cui la Commissione Europea vuole portare il regime dei confine europei. Attraverso questo processo verranno illustrati alcuni legami tra l’esistente “gestione dei confini” e l’esperienza di “Frontex”. La necessità che tale repulsiva visione di una pratica di “fortificazione” totalmente e fortemente tecnologica incontri una resistenza risulterà evidente.
2 Frontex
2.1. Valutazioni
La Commissione ovviamente ha condotto una valutazione di “Frontex” (ho sta ancora completandola). Prima di tutto la Commissione ha elogiato il lavoro di “Frontex”. Nel 2006 e 2007 “Frontex” ha presumibilmente fermato o rifiutato l’ingresso di attraversare i confini a 53.000 persone. Se tale numero includa anche le operazioni condotte nelle acque costiere di Mauritania e Senegal non è chiaro. In più Frontex ha confiscato 2900 documenti contraffatti e ha arrestato 58 “coyote”. La Commissione inoltre ha elogiato la Rete di Pattugliamento Europea (EPN), una rete di cooperazione bilaterale tra i paesi mediterranei dell’UE. L’EPN è da esempio per le operazioni di Frontex: creando collegamenti e cooperazione tra gli stati e muovendosi verso la creazione di una rete europea.
Più interessate è il rapporto dell’Archivio Centrale dell’Equipaggiamento Tecnico Disponibile (CRATE), la cassetta degli attrezzi di Frontex. Apparentemente, ad oggi, sono stati richiesti soltanto pochi detector di battiti del cuore e piani di sorveglianza. La Squadra di Pronto Intervento sui Confini (RABIT) non è stata ancora messa in azione.
2.2 Prospettive
per il futuro prossimo, la Commissione propone, soprattutto, due punti. Uno è la creazione di uffici regionali di Frontex (branche specializzate dell’agenzia). Durante la conferenza stampa di presentazione del pacchetto sui confini, Frattini ha suggerito che un ufficio di questo tipo potrebbe essere creato a Malta. Un altro sembra che si stia creando a La Coruña in Galizia (ma questo potrebbe anche essere un NCC per EUROSUR).
Il secondo punto è l’espansione del CRATE. Frontex riceverà il suo proprio equipaggio di protezione dei confini così che la disponibilità delle operazioni RABIT sarebbe assicurata. Partendo da questo si potrebbe concludere che la problematica esposta dal Direttore Esecutivo d Frontex, Latinien, nell’estate del 2007, sul fatto che le truppe CRATE siano disponibili solo in teoria sia rimasta inascoltata. Un aspetto critico è la proposta della Commissione che Frontex compri o prenda n leasing i propri aereoplani, che possono essere utilizzati per le deportazioni Questo dimostra un’altra tendenza pericolosa: un passaggio dall’utilizzo di voli commerciali per portare a termine le deportazioni – che, è stato provato, possono essere vulnerabili per attacchi – all’utilizzo di interi aeroplani, al desiderio di possedere aeroplani usati esclusivamente per le deportazioni. In tutto, Frontex, ha già partecipato a nove deportazioni più sei che seguiranno a breve. Un’espansione delle attività di deportazione di Frontex è esplicitamente caldeggiata dalla Commissione.
La Commissione inoltre ha fatto dei suggerimenti a lungo termine. A tale proposito, Frontex costruirà una cooperazione con i cosiddetti “stati terzi” per includerli nello sforzo europeo di rafforzare i propri confini.
Attualmente esistono accordi di lavoro su un livello tecnico con Svizzera, Russia ed Ucraina ed una negoziazione è in corso con la Croazia. Inoltre Frontex ha un mandato per trattare con Macedonia, Turchia, Egitto, Libia, Marocco, Mauritania, Senegal, Capo Verde, Moldavia e Georgia. Accordi aggiuntivi sono previsti con i paesi balcanici, le nazioni dell’Africa occidentale, gli Stati Uniti e il Canada. Le trattative con i paesi considerati d’origine e transito per le migrazioni sono una priorità per Frontex.
Per quanto riguarda i confine, la Gestione Integrata dei Confini verrà ampliata. È stato progettato che Frontex non si limiterà a coordinare e mettere in contatto le diverse agenzie nazionali di sicurezza dei confini, ma includerà anche le varie agenzie di dogana. Frattini ha esplicitamente sottolineato ciò come una “previsione” durante la conferenza stampa. In più, la Commissione ordinerà uno studio su come migliorare la cooperazione tra le diverse agenzie.
Il ruolo di Frontex all’interno del Sistema di Sorveglianza dei Confini Europei (EUROSUR), ancora da costruire, è visto come fondamentale. Frontex è considerato come l’hub centrale per lo scambio di dati per i sistemi di informazione collegati attraverso EUROSUR. Avrà accesso diretto a tutti questi sistemi, la previsione a lungo termine è che Frontex guidi il sistema informativo
Sul livello operativo, la Commissione ha ripreso l’idea di una Forza di Polizia di Confine Europea (Poliziotti Europei di Confine, EBGC), nonostante questa idea sarà presa in considerazione solo dopo che un’esperienza sufficientemente positiva verrà garantita dal RABIT. Nella conferenza stampa tecnica, è stato spiegato che questi EBGC saranno formati da Unità di Sicurezza dei Confini di diverse nazionalità che dovranno solo indossare una bandiera aggiuntiva dell’Unione Europea sulle loro uniformi. A breve verranno resi disponibili fondi addizionali per rinforzare le misure di sicurezza dei confini e la polizia di sicurezza dei confini. Il Fondo Europeo per i Confini ha stanziato per il periodo che va dal 2007 al 2013 1820 billioni di euro.
Proposte aggiuntive
1. Ulteriori missioni semi-permanenti di Frontex dovranno essere aggiunte alla Rete Europea di Pattugliamento (EPN).
2. Frontex dovrà diventare l’entità capo del CIREFI.
3. Aumento dell’addestramento delle Unità di Sicurezza dei Confini.
4. Ulteriori progetti di ricerca per la tecnologia applicata alla sicurezza dei confini.
2.3 Conclusioni
La valutazione e le proposte fatte dalla Commissione indicano che Frontex non è considerate come l’agenzia responsabile dell’attuale affare della “gestione dei confini”, ma che piuttosto è ritenuta un punto focale per la creazione del regime di confine europeo. I numeri degli arresti provengono dalle operazioni intraprese da Frontex o nelle quali Frontex ha partecipato insieme con esperti ed osservatori, mentre le missioni attuali sono nelle mani delle unità di sicurezza dei confini nazionali. Da una parte, Frontex è un nodo da cui le informazioni sono generate e diffuse. Dall’altra è un’agenzia che conduce progetti di ricerca e studi che conducono alla formazione di un’architettura della sicurezza dei confini europei (EBGC, EUROSUR, EPN). Come Frattini ha elaborato durante la conferenza stampa, Frontex ha, a questo punto, solo l’incarico di controllare e respingere l’immigrazione irregolare. Tuttavia, nel futuro, dovrà fare da coordinamento del Sistema Integrato di Gestione dei Confini, che non avrà a che fare solo con la gestione dell’immigrazione ma includerà anche aspetti legati alla sicurezza e alle dogane.
3. EUROSUR
L’intenzione della Commissione è che EUROSUR, il Sistema di Sorveglianza dei Confini Europei, sia sviluppato a breve. L’idea è di mettere in connessione le tecnologie di sorveglianza dei confini già esistenti inclusi i satelliti e le tecnologie radar. Pare che servirà da esempio lo spagnolo SIVE (Sistema Integrato di Vigilanza Esterna), che ha iniziato le sue operazioni nel 2003. Pro Asyl si è lamentata del fatto che SIVE ha permesso un incremento del tasso di mortalità dei migranti e in nessun modo ha prevenuto l’immigrazione ma, piuttosto, è servito ad allungare le rotte migratorie e a renderle più pericolose. Frontex ha contribuito allo sviluppo di altri sistemi di sorveglianza con gli studi sulla fattibilità tecnologica Bortec, Bsuav e Sobcah.
L’idea che sta dietro ad EUROSUR è quella di un controllo totale e di una conoscenza completa di ciò che accade da tutti e due i lati dei confini. Per prima cosa quindi dovrebbe essere rinforzata ai confini a sud e ad est dell’Unione Europea, e poi estendersi a tutti i confine dell’Unione. È interessante che la Commissione consideri un suo obiettivo quello di ridurre il tasso di mortalità dei migranti irregolari, nell’usuale nuovo rapporto sulla sicurezza si spiega che difendere i confini dell’Europa dai migranti aumenterebbe la sicurezza interna dell’area Schengen.
Il progetto EUROSUR è costituito da due parti. Da un lato, si presuppone che esso provveda a costituire una rete di informazione sulle tecnologie di sorveglianza già esistenti, dall’altro, verranno istallate nuove tecnologie. La prima fase dovrebbe garantire la compatibilità dei sistemi diversi. Secondo Frattini, ciò comporterebbe l’armonizzazione di circa 50 istituzioni nazionali, il che rappresenta – anche per l’Unione Europea – una scommessa. Il Fondo Europeo per i Confini reperirà le risorse per equipaggiare tutte le unità di sorveglianza dei confini ad un unico livello molto alto. Si auspica anche l’inserimento dei cosiddetti “paesi terzi”, questo significherebbe, per esempio, che le coste dell’Africa occidentale, con accordi stipulati dai loro rispettivi governi, saranno monitorate via satellite. Nell’UE sono ancora da stabilire i centri nazionali di coordinamento.
Nella seconda fase, la tecnologia che ha come obiettivo quello di essere in gradi di sorvegliare le aree limitrofe alle frontiere sarà collaudata, in più verrà ampliata l’interconnessione tra le reti.
Nella terza fase, che avrà a che vedere solo con i confine marittimi, verrà costruita un’ulteriore rete informatica (spazio commune di condivisione delle informazioni per i domini marittimi dell’UE).
4. Il Sistema di entrata e uscita
Il Sistema di entrata e uscita è il più ambizioso progetto dell’UE. è stato progettato un sistema che registri ogni ingresso ed uscita dei “cittadini degli Stati Terzi”, secondo la Commissione dell’UE, 300 milioni di ingressi e di uscite dall’UE sono stati registrati ogni anno (e questo è un numero limitato, altre stime arrivano a 800 milioni). Tutti i “cittadini di Stati Terzi” che rimangono nell’UE per più di 90 giorni devono essere registrati dal sistema, essendo membri di stati che richiedono un visto. Ciò significa che ogni ingresso ed uscita di cittadini non-UE verrà registrato secondo il nuovo Sistema di Informazione sui Visti.
A questo scopo verrà introdotto in tutti I punti di ingresso un sistema di controllo biometrico; i cittadini dell’UE potranno identificarsi/autenticarsi usando passaporti biometrici, mentre indicatori biometrici verranno richiesti per gli altri cittadini quando richiederanno un visto o quando passeranno un confine senza visto.
Per il lungo termine pare che la Commissione abbia pianificato di rimpiazzare il visto con lo STA (Sistema di Autentificazione da Viaggio). L’idea sarebbe di rimpiazzare i dati dei visti con indicatori biometrici raccolti in un data base centrale.
In cambio esisterà un sistema che permetterà ai viaggiatori assidui l’opzione di pre-registrarsi permettendo un ingresso rapido (bona fide). Dovranno essere provate solo le caratteristiche dell’iride cosa che potrà essere controllata in 15 secondi. Questa decisione pare derivi dagli studi di Borsec commissionati da Frontex.
Il desiderio della Commissione pare essere quello di un’espansione di ciò che essi chiamano controllo sugli ingressi e le uscite dall’UE. Il programma per i viaggiatori assidui inoltre sembra essere una promessa per tutti visto che tutto l’impegno (raccogliere i dati biometrici dell’intera popolazione ha un costo stimato di 20 milioni di euro – il riarmo dei confini) darà anche dei benefici ai cittadini.
Inoltre, l’interesse della Commissione è chiudere le strade principali all’immigrazione irregolare; Frontex ammette che la maggior parte degli immigrati irregolari passa i confine con documenti adeguati ma rimane poi dentro i confine dell’UE dopo che i visti sono scaduti (i cosiddetti overstayers). Questa possibilità verrà scongiurata perché il Sistema indicherà automaticamente chiunque abbia un visto scaduto agli stati membri dell’UE e lo segnalerà per l’espulsione. Anche se non ci sarà un arresto immediato verrà creato un archivio per conoscere almeno chi rimane nel territorio europeo senza documenti validi.
Attualmente la Commissione ha stimato circa 8 billioni di immigrati irregolari che hanno vissuto in Europa nel 2006, ma la veridicità del numero è opinabile. Si basa sui fermi di 500.000 migranti irregolari nell’UE nel 2006 (di cui solo il 40% è stato deportato). In più la Commissione stima che la quota degli overstayers sia del 50% in base a vari studi.
La Commissione sta progettando un programma di raccolta dati ad ampia estensione che possa essere una sorta di rete mondiale. A questo punto c’è la necessità di un dibattito su come tali tipi di progetti tecnologici di accumulo di informazioni possano essere proficui o fallisca a causa della sua complessità o ancora se ci sia bisogno di nuove strategie per resistere alla sorveglianza totale.
Il progetto della Commissione è molto ambizioso ma c’è da aspettarsi che il Ministero degli Interni segua queste raccomandazioni (o anche le spinga avanti). Le critiche sono state limitate tutt’al più agli argomenti legati alla protezione della privacy; è importante sviluppare una prospettiva più ampia.