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CHE
COS’È: è
un alcaloide estratto dalle foglie di arbusti (Erythroxylum coca e novogranatense)
coltivati da secoli soprattutto in Perù e Bolivia. I miti, le leggende
e i reperti archeologici testimoniano del ruolo centrale della coca (Mama
Coca) in tutte le civiltà andine. Per gli Incas, era una pianta
sacra, dono del dio Sole. L’uso di foglie di coca è ancora oggi
un momento fondamentale nella vita quotidiana sulle Ande.
Nel 1884, CarI Koller scoprì l’effetto anestetico locale della cocaina e Freud ne descrisse entusiasticamente gli effetti stimolanti (“Sulla cocaina”). Produzione illegale nel 1996 (stime ONU): foglie di coca: più di 300.000 tonnellate; cocaina: più di 1.000 tonnellate. |
Che
effetti fa: le foglie di coca sono un blando
stimolante e tonico, alleviano la stanchezza, combattono il soroche (mal
di montagna), calmano i morsi della fame e apportano vitamine; calcio
e ferro. La cocaina ha tre azioni: anestetica locale, vasocostrizione
e - ciò che la rende desiderabile come “droga” - potente stimolante
del sistema nervoso centrale (SNC). Il pensiero si fa più chiaro, la parola più facile e si prova una sensazione di benessere, sicurezza, controllo della situazione e aumentata efficienza fisica. L’appetito si riduce e può venir stimolata l’attività sessuale. |
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Modo d’uso e dosi: il cloridato di cocaina, che è una polvere bianca solubile in acqua, si “sniffa” o si inietta. La cocaina-base (crack), in granuli non solubili, si “fuma”. Una dose singola in media è di circa 20-40 mg. Dosi elevate possono essere pericolose. Gli effetti sono molto variabili da persona a persona e spesso imprevedibili. Chi soffre di ipertensione o malattie cardiovascolari non dovrebbe usare cocaina (nè anfetamine). |
Durata degli effetti: non più di 40-60 minuti per chi “sniffa”; molto meno (10-20 minuti) per chi si buca o fuma. Segue una veloce ricaduta verso la “normalità”, che può essere vissuta come sgradevole e deprimente, per cui spesso si ripete l’assunzione fino a esaurire la droga disponibile. |
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Problemi:
l’uso occasionale non ha serie conseguenze (salvo controindicazioni
come ipertensione o altre malattie cardiovascolari, in cui l’effetto vasocostrizione
della cocaina può essere molto pericoloso) Invece, l’uso continuativo
può creare problemi, come dimostra l’autobiografia (“Polvere”)
del giornalista G.C. Flesca. La cocaina influenza il SNC attraverso il
suo effetto su certi mediatori chimici. Quando questi mediatori sono “esauriti”,
solo un periodo di riposo può rigenerarli.
Prendendo
ripetutamente cocaina si può rimanere svegli anche 2-3 giorni di
seguito, ma poi comunque arriva il momento del crollo e la necessità
di dormire. E tanto più prolungato sarà stato il periodo
forzato di eccitazione e di veglia, tanto più profondo e sgradevole
sarà il crash e tanto più lento e faticoso il recupero.
L’uso cronico può aggravare o creare problemi psichiatrici. Si può diventare inquieti, ansiosi, sospettosi, fino a sviluppare veri e propri deliri paranoidi in cui ci si sente controllati e perseguitati. Frequenti le allucinazioni visive (scintille, luci) e tattili (“insetti” striscianti sotto la pelle); inoltre “tic” e altri sintomi psichiatrici, fino alla psicosi tossica acuta. |
Overdose: come si è già visto, c’è una grande variabilità individuale, e una grande imprevedibilità, degli effetti della cocaina: una dose normale per uno, può essere eccessiva per un’altro. Una dose eccessiva può provocare ansia, irritabilità, tremore, vomito, fino a estrema agitazione, convulsioni, febbre altissima e (per fortuna raramente) coma e morte. Specie se iniettata, la cocaina può provocare emergenze cardiovascolari: aritmie cardiache, infarto miocardico, emorragie cerebrali. |
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Terapia dell’overdose:non ci sono antagonisti specifici per l’overdose da cocaina e le sole terapie possibili sono quelle di supporto. | |
Fonti:
Testi: Cox 18 Informadroga- Foto:Erowid , Università di Ferrara,
Indiana University
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