Amanita muscaria e A pantherina producono numerose
sostanze, fra cui diversi alcaioidi. I principali responsabili degli
effetti psicoattivi del fungo sono considerati l'acido ibotenico il
muscimolo, due alcaloidi isossazolici. Il muscimolo è ritenuto 5-10 volte
più attivo dell'acido ibotenico.
In una recentissima indagine biochimica svolta su campioni di Amanita
muscaria raccolti in diverse località del Piemonte, è risultato che la
concentrazione dei due composti è sempre più elevata nei cappelli che nei
gambi, con valori medi nel fun fresco di 0,38 g/kg di muscimolo nel
cappello contro lo 0,08 kg nel gambo e di 0,99 g/kg di acido ibotenico nel
cappeli contro lo 0,23g/kg nel gambo (Gennaro et al., 1997). Durante il
processo di essiccazione del fungo, l'acido ibotenico subisce una
decarbossilazione e si trasforma in muscimolo, il principio più attivo.
La quantità di muscimolo necessaria per consegui effetti psichici è di
7-15 mg. Gli effetti compaiono circa un'ora dopo l'assunzione e il loro
culmine si presenta circa tre ore dopo l'assunzione. Tuttavia, l'azione
del solo muscimolo, o congiuntamente dell'acido ibotenico, non sembra
indurre la totalità degli effetti percepiti consumando il fungo secco ed
è quindi possibile che altri composti presenti nel fungo concorrano
nell'indurre gli effetti visionari.
Altri studi avrebbero evidenziato una concentrazione dei principi attivi
maggiore nei carpofori estivi che in quelli autunnali e maggiori nei
carpofori giovani che in quelli adulti. Ancora, gli alcaloidi
isossazolici sembrano essere più concentrati nello stato di carne del
cappello che si trova appena sotto la cuticola oltre che in questa
medesima.
I cappelli di agarico muscario, specie se grandi, non si essicano facilmente
e tendono a marcire e a fare i vermi. L'asportazione delle lamelle dai
cappelli facilita il processo di disidratazione senza ridurre eccessivamente
il contenuto di principi attivi.
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