Manifesto Hackaro
Quello che segue e’ il risultato del lavoro di piu’ teste (piu’ di quelle che hanno materialmente steso il testo), e’ una foto, si spera chiara, di una realta’ ancora in fase di affinamento. Le idee, le proposte, i progetti che siamo in grado di formulare oggi sono il risultato del nostro primo anno di vita e delle nostre interazioni con il Deposito Bulk. Qualcuna crescera’, altre moriranno per strada, ne arriveranno di nuove: saranno i meccanismi di circolazione dei saperi e di confronto tra esperienze che saremo (tutti) in grado di mettere in atto a determinarlo.
  Perche' un gruppo organizzato di hackari?
Perche' siamo hackari sociali, che nello scambio e nella interazione con i nostri simili troviamo compimento e soddisfazione ai nostri bisogni.
  Perche' la necessita' di un lab?
Perche' e' inutile e triste che ognuno sperimenti in solitudine cio' che potrebbe fare piu' facilmente con altri. Per evitare che si sprechino risorse e neuroni. Perche' la nostra cameretta e' troppo piccola per alloggiarci tutta la ferraglia elettronico-informatica di cui abbiamo bisogno. Perche' il digitale non sostituisce l'organico.
  Perche' al Bulk?
Perche' e' uno spazio in cui l'autogestione e' una pratica consolidata, perche' non si paga l'affitto, perche' i nostri bisogni sono riconosciuti da chi occupa e gestisce il laboratorio studentesco. Per un'attitudine comune e perche' e' uno spazio libero. Perche' e' luogo adatto per condividere la nostra voglia di capire come funzionano le cose e per scambiare con chi lo frequenta i saperi e le conoscenze che ci ritroviamo fa le mani, in modo da allargare la cerchia di persone libere, curiose e creative a fronte della nostra reciproca soddisfazione.
  Ma quali bisogni ci accomunano?
Il bisogno di socializzare le nostre conoscenze e di volere capire come funzionano le cose. Il bisogno di creare cose nuove, utili o futili che siano, al di fuori della logica del profitto. Il bisogno di far crescere la cerchia di persone libere, curiose e creative cosi' da allargare il giro della nostra reciproca soddisfazione. Il bisogno di conoscenza e quindi il bisogno di lottare contro chi cerca di trarre lucro dalle tecnologie della comunicazione e dalla conoscenza. Il bisogno di esprimere le nostre idee nella forma e nei contenuti che preferiamo, contro ogni censura.
  Che cosa facciamo in pratica?
Resuscitare vecchi computer, costruire reti di ogni tipo. Fare arte digitale, grafica, giochi. Costruire robot che fanno cose inutili, ma magari sono belli da vedere. Fare seminari e promuovere iniziative per diffondere usi alternativi coscienti e sociali delle nuove tecnologie (ma anche di quelle vecchie) e della telematica. Smuovere opinioni per fermare chi vuole ostacolare la liberta' in ogni sua forma. Costruire strumenti di espressione e comunicazione al servizio di chi vuole usufruirne. Diffondere cultura e controinformazione con tutti i mezzi che conosciamo e che andremo ad inventarci.
Milano, luglio 2000