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Gli hacker ricattano la Visa
"Pagate o vi mandiamo in tilt"

di Riccardo Stagliano'
da La Repubblica del 16.01.00


LONDRA - Se il buongiorno si vede dal mattino, il 2000 sembrerebbe annunciarsi un annus horribilis per quanto riguarda la sicurezza informatica. Visa e altre compagnie multinazionali - rivela oggi l'inglese "Sunday Times" - sarebbero state ricattate da pirati informatici britannici riusciti a penetrare nei loro computer. Le aziende sarebbero almeno dodici e sulla vicenda starebbe indagando Scotland Yard.

Secondo il giornale Visa - che gestisce 800 milioni di carte di credito nel mondo - ha confermato di aver ricevuto il mese scorso una gigantesca richiesta di denaro dagli hacker (si parla di 10 milioni di sterline) e di aver denunciato il ricatto sia alla polizia britannica che all'Fbi statunitense. I pirati avrebbero minacciato di mandare in tilt il suo intero sistema informatico. Un blocco che, anche per un solo giorno, costerebbe alla compagnia centinaia di miliardi di lire. Fra le altre aziende colpite ci sarebbe anche la Virgin di Richard Branson che la settimana scorsa ha annunciato di aver sospeso le e-mail di oltre 170 mila abbonati proprio a causa di un tentativo di violazione del suo sistema.

Le frodi online ammontano a meno dell'1 per cento del totale delle transazioni realizzate attraverso carte di credito continua a ripetere tranquillizzante l'industria. Stando a MasterCard International 8 centesimi ogni 100 dollari scambiati vengono persi per frodi, ma di questa quota la porzione internettiana cresce più rapidamente delle altre. "I veri perdenti sono i commercianti - ha dichiarato Don McNelley, responsabile delle soluzioni anti-frode per la californiana Fair, Isaac & Co. - che accettano transazioni sulle carte rubate". Ma anche il danno per i consumatori non può essere minimizzato, faceva notare Lee Spirer, vice-presidente di Mainspring, una società di consulenza di Boston nell'ultimo numero della rivista di settore "American Banker": "Proprio nel momento in cui la gente cominciava a fidarsi a usare le carte online, l'ultima cosa di cui c'era bisogno era di uno shock di questo genere".

La successione dei fatti è davvero incalzante. Il "Wall Street Journal" del 10 gennaio dava conto della violazione del sistema di sicurezza della compagnia aerea Northwest Airlines, che non si sentiva di assicurare che gli hacker non fossero entrati in possesso dei numeri delle carte di credito dei loro clienti.

L'11 gennaio si era venuti a sapere dal "New York Times" del colossale tentativo di estorsione a Cd Universe, al termine del quale un hacker russo che si faceva chiamare Maxim ha pubblicato online i numeri di circa trecentomila carte di credito di cui era entrato in possesso.

Il giorno dopo il "Los Angeles Times" informava dell'irruzione di un sedicenne della San Fernando Valley, dal vecchio pc della sua stanza da letto, nei server di 26 siti tra cui quello del provider Internet della compagnia telefonica Pacific Bell dal quale aveva ottenuto migliaia di password (costringendo la compagnia a cambiarle a ben 63 mila abbonati).

Proprio pochi giorni prima il presidente Bill Clinton, sulla scia delle minacce informatiche che avevano ulteriormente agitato i sonni degli americani nei dintorni dell'ultimo San Silvestro del millennio, ha presentato al Congresso il suo piano contro la pirateria e il terrorismo informatico. Se sarà approvato, i bilanci federali in questo settore passeranno da 280 milioni di dollari a 2,3 miliardi l'anno prossimo.

In occasione di un convegno fiorentino di pochi giorni fa l'ingegnere Giuseppe Muratori, presidente dell' Istituto di ricerche e comunicazioni sociali di Torino, ha fatto sapere che il 64% delle imprese italiane non protegge (secondo una ricerca del Politecnico di Torino) i sistemi informatici dagli attacchi esterni dei pirati informatici. I fatti di questi giorni sembrerebbero suggerire maggiore cautela.


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