La giornata di ieri rappresenta per Internet uno spartiacque tra
un "prima" e un "dopo". Il prima è rappresentato dalla madre di
tutte le reti aperta a chiunque, prototipo suo malgrado di una
comunità radicalmente democratica e che della sua trasparenza fa
un punto di forza e di diffusione. Il dopo però ancora non
esiste, né vale molto misurarsi con previsioni su quello che
accadrà, anche se nell'immaginario collettivo è rappresentato
come un futuro radioso esente da tutti i mali che hanno afflitto
il '900. E' quindi meglio attenersi al presente e a quello che
Internet vi rappresenta.
Negli Stati uniti è in voga l'espressione New Economy che
ha al suo centro proprio le potenzialità espresse da Internet per
il mondo degli affari, sia che si parli della virtuosa
interattività tra il cliente e l'impresa venditrice, sia che si
alluda alla possibilità di creare nuovi mercati on-line. Alla
New Economy spetta quindi il nobile ruolo di nuova
frontiera dove si rinnova il sogno americano della ricchezza a
portata di mano, basta rimboccarsi le mani e sfruttare le
possibilità offerte dalla rete. Ma sempre negli Stati uniti, e
non solo, Internet è stato lo strumento formidabile per la
diffusione di aspre critiche verso il "neoliberismo". A questo
proposito va ricordato che già il giorno dopo la rivolta di
Seattle Internet è stata indicata dai mass-media come il medium
che ha preparato la rivolta contro il Wto. Quegli stessi organi
di informazione che qualche pagina più avanti o in qualche
servizio di approfondimento disseminato nel palinsesto televisivo
si distinguevano per l'apologia della rete in quanto strumento di
produzione della ricchezza.
E tuttavia, al di là della perizia tecnica di chi ha lanciato le
mail bombing contro i siti di Amazon, Cnn, Buy.com, eBay,
l'azione di ieri ha svelato una verità tanto semplice a dirsi
quanto difficile a far diventare la bussola per orientarsi nella
vita dentro e oltre lo schermo del computer: cioè che Internet è
un terreno di battaglia con protagonisti conosciuti - Microsoft o
i nuovi giganti della telecomunicazioni, nati dopo la fusione tra
America online e Time Warner o tra Vodaphone e Mannesman - e
sconosciuti, come i tantissimi gruppi politicizzati contro la
"mercificazione della rete". Ma questo è comunque il punto da cui
partire, perché tanto la New Economy quanto l'opposizione
al neoliberismo hanno comunque bisogno di un contesto per
spiegare come viene prodotta e distribuita la ricchezza in
un'economia mondiale sempre più interdipendente.
In primo luogo, va respinta l'idea romantica di una
colonizzazione della rete da parte del business.
L'equilibrio dinamico tra la democraticità di Internet e gli
affari non è un fatto recente, anzi è inscritto nell'atto
costitutivo della madre di tutte le reti, perché il business on
line si è sempre nutrito dell'agire comunicativo operato da
uomini e donne nella rete. Solo così si può spiegare il successo
economico delle imprese colpite ieri dalle mail bombing.
La rete parla però anche della vita fuori lo schermo, perché la
produzione di ricchezza en general ha come fulcro
l'attività cooperativa e comunicativa dell'intera società e dei
conflitti che l'attraversano. In un recente saggio due economisti
americani - Information rules di Carl Shapiro e Hal R.
Varian, Etas, pp. 389, L. . 59.000 - si scagliano contro la vulgata
che considera il business in rete come la macchina produttrice di
nuove teorie economiche. Per i due studiosi, invece, Internet ha
lo stesso ruolo svolto dalle ferrovie nella diffusione del
capitalismo. Con una sostanziale differenza tra il presente e gli
anni della Belle epoque, visto che è l'intero agire
comunicativo che diventa motore della produzione della ricchezza
nell'economia globale. Un agire comunicativo che solo un filosofo
ingenuamente democratico come Jürgen Habermas può descrivere come
un'attività dialogica tra indistinte forme di vita.
Da oggi però si comincerà a discutere con rinnovato vigore delle
regole da introdurre nella vita dentro e fuori lo schermo del
computer. Un segnale importante per sottolineare come la New
Economy abbia bisogno di stabilire norme prescrittive per
l'agire comunicativo, non per imbrigliarlo, ma per dispegarne
tutta la potenza produttiva. Compresa l'astuzia di chi, singolo o
in gruppo che sia, ha lanciato quei messaggi per bloccare qualche
sito Internet.