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INTERVISTA A EMILIO SOAVE - 27 DICEMBRE 2000


Se cambia governo della città e passa al centro-destra, questo continuerà oppure no tutto questo sviluppo che ha dato Castellani alla dimensione urbanistica? L'attuale amministrazione ha sostanzialmente ristrutturato per rivalutare, prendendo alcune aree, progettando e attuandone la ristrutturazione, rivalutandole, per cui anche sul terreno dell'urbanistica si produce ricchezza, magari legata ad un discorso di mera rendita però effettiva.


Secondo me sì, continueranno su questa strada, perché alla base di questa politica c'è stato quello che dicevi tu, la speculazione (chiamiamola così per usare un vecchio termine) sulle aree, nel senso che hai trasformato le aree industriali in aree residenziali, quindi le industrie si sono andate a rilocalizzare in aree periferiche e al contempo sono partite le nuove urbanizzazioni sulle aree industriali. Dunque, quello che almeno nella prima amministrazione Castellani e anche all'inizio della nuova amministrazione è rimasto fermo, adesso è partito tutto di colpo, dalla Michelin alle ferriere ecc., via via le nuove urbanizzazioni stanno avanzando. Non è chiaro per quale tipo di popolazione, perché sono comunque complessi residenziali che vengono venduti a prezzi anche elevati, però le vendono, evidentemente c'è questo movimento progressivo, per cui chi abitava prima in corso Taranto va ad abitare in un altro quartiere, a sua volta chi abitava in questo quartiere va da un'altra parte e magari finisce in "Spina Tre" a quattro milioni e mezzo al metro quadro: uno si può chiedere chi è che va a compare una casa a questa cifra, però in effetti c'è chi lo compra, c'è questo movimento progressivo, allora vai in corso Taranto e scopri che ad abitarvi sono prevalentemente slavi o nordafricani. Però, ciò nondimeno, pur ammettendo che fra l'altro qui a Torino ci sia una popolazione migrante più grossa di quella che è rilevata ufficialmente, non capisci perfino per chi si stia costruendo, l'impressione è che alla fine poi questo segnerà il passo, perché d'accordo che con la rendita fondiaria e la speculazione immobiliare puoi tenere le cose ferme per un certo numero di anni, ma poi alla fine devi mettere sul mercato tutto quello che hai costruito: quello che sta avvenendo è che poi verrà messo sul mercato tutto più o meno in contemporanea, così mi sembra, il processo prima è stato graduale ma adesso va avanti a slavina.


Da quando è entrata in vigore l'Ici il Comune di Torino ha dato una serie immensa di autorizzazioni a costruire, probabilmente perché con l'Ici più ci sono metri quadri costruiti più il Comune ha entrate. Quindi, si vede anche che nei quartieri subito dopo il centro e in tutta la cintura intorno ad esso continuano ad esserci aperture di cantieri, tra l'altro con una velocità impressionante, di edilizia residenziale, e vendono tutto, probabilmente soprattutto ai commercianti, liberi professionisti ecc., coloro che hanno maggiore disponibilità immediata di liquido. Dunque, vendono tutti questi alloggi nuovi a dei costi molto elevati, però vengono comprati: questo vuol dire che legato a ciò esistono dei processi di accumulazione.


Poi c'è questa coincidenza per cui gli stessi che fanno incetta di aree nelle zone urbane in trasformazione, quindi nelle zone industriali ecc., sono quelli che poi negoziano con il Comune la rilocalizzazione delle aziende, in particolare l'Acli, fondata dall'avvocato Bossolono all'Acli Casa che ha questo doppio ruolo, cioè fa incetta di aree da una parte e dall'altra poi discute con il Comune le varianti produttive per andare a rilocalizzare le stesse aziende che escono dalle zone urbane di trasformazione. E questi sono ormai gli interlocutori diretti del Comune, le trasformazioni avvengono con la negoziazione diretta tra gli assessori, i dirigenti e gli interlocutori, pubblici o provati non importa, che ampliano la trasformazione urbana: è quello il punto che poi li autorizza a dire che la politica è morta. Per parecchi anni questo era rimasto fermo, adesso va avanti con moto accelerato: forse sarò ingenuo io, ma continuo a pensare che alla fine sarà un meccanismo che si riavvolge su se stesso. E' chiaro che ci sono anche nuovi obiettivi, adesso ci sono le Olimpiadi del 2006, che poi sono di per sé una cosa priva di significato: è difficile pensare che delle Olimpiadi invernali creino qualche cosa, quando poi porteranno un po' di migliaia di atleti, un po' di giornalisti, alla fine del mese di febbraio milioni di spettatori saranno solo in televisione. Però, serve sempre a spingere avanti, poi dopo il 2006 il nuovo obiettivo sarà nel 2011 il centocinquantenario dell'Unità d'Italia. Quello che è incedibile è che poi le nuove aree mano a mano che ti sposti verso l'esterno sono quelle sempre più marginali, quelle che hanno anche maggiori problemi di bonifica ambientale, soprattutto la bassa di Stura o altre zone che sono invece di trasformazione ma con tali problemi di bonifica ambientale che anche dove ti vengono cedute delle aree poi devi spendere miliardi nella bonifica. Ed è vero, anche questo genera lavoro, si può dire che è un meccanismo di una certa importanza, ma oltre certi limiti bisogna comunque pensare che la bonifica della bassa di Stura è costata 160 miliardi, attingi pure ai finanziamenti statali, ma Torino non è certo l'unica a riceverli, c'è Genova, Bagnoli, la Falck, l'Acna di Cengio, l'Oma ecc. Credo che stia avvenendo sotto i nostri occhi una nuova grande trasformazione, in effetti non è chiaro dove vada a finire.

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