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INTERVISTA A EMILIO SOAVE - 27 DICEMBRE 2000 |
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Invece, attraverso alcuni sindacalisti della CISL, soprattutto della lega che c'era allora in via Genova, vicino al Lingotto, riuscimmo abbastanza ad avere agganci con la base sindacale della CISL; essa era quasi un misto, nel senso che c'era anche lì una parte di vecchia base sindacale, frutto delle scissioni sindacali degli anni '40, ma al contempo c'era invece anche un afflusso di giovani operai che vivevano già esperienze completamente diverse rispetto alla vecchia scissione sindacale o alla repressione politica in fabbrica.
L'idea dell'inchiesta alla Fiat in effetti venne poi da Panzieri, quella non era nata autoctona ma era abbastanza importata, aveva anche il modello dell'inchiesta operaia promossa a suo tempo da Engels, il riproporre una sorta di modello libresco che però poi si era completamente trasformato.
C'era però una differenza notevole tra l'inchiesta operaia proposta da Panzieri (che, come tu dicevi, era ripresa da Engels) e la conricerca: questa ipotizzava anche un uso altro della sociologia e delle scienze sociali (ad esempio tu hai prima accennato all'importanza avuta da Pizzorno), ma soprattutto progettava un intervento militante nelle lotte e nella costruzione di forme di organizzazione operaia.
Panzieri invece su quello era abbastanza diffidente, lui e Gisella de Juvalta si scontravano molto su queste cose; poi il termine conricerca aveva finito per accettarlo, però non gli piaceva tanto, era legato a modelli più tradizionali. Anche perché con-ricerca presupponeva un gruppo di ricercatori che cominciavano ad occuparsi di una certa realtà di fabbrica con l'obiettivo poi di intervenire su questa realtà, quindi di intervenire insieme con gli operai sulla realtà di fabbrica: cosa che magari a lui andava anche bene come concetto generale, però poi nel concreto invece riteneva che fosse più opportuno mantenere certe distanze e quindi non mirare subito all'intervento, ma invece separare abbastanza la fase conoscitiva dalla fase poi operativa, mentre noi partivamo da un altro presupposto.
Alla conricerca Panzieri fu piuttosto ostile.
Sì, poi forse non gli piaceva neanche il termine, aveva per esso una sorta di insofferenza.
Gisella de Juvalta.
Morì, credo di tumore, già negli anni '70. Era un personaggio molto espansivo, iperattivo, anche confusionario alle volte, però era una persona che aveva un notevole influsso, tra l'altro lo ebbe molto su Romano. Lei era molto passionale nelle sue cose, fin troppo, mentre noi eravamo per tanti versi più distanti; forse portava una qualche esperienza credo anche di disegno cattolico nelle sue tracce di origine.
Supponiamo che oggi uno volesse fare un'inchiesta su alcuni nodi che ora sono completamente diversi, quindi non più Mirafiori ma altri, per esempio la politica intesa soprattutto come gestione. Tu sei nello staff dell'assessorato dell'ambiente: secondo te si potrebbe guardare a come oggi è la gestione dell'ente locale e di questi ambiti non tanto descrivendo come funzionano ma invece cercando di capire alcuni aspetti che possono essere importanti?
Secondo me sarebbe abbastanza deludente. All'interno della macchina del Comune di Torino domina la figura del city-manager, che è Vaciallo, che tra l'altro viene da Lotta Continua: lui teorizza espressamente la fine della politica, la politica è morta ed è stata sostituita dalla concertazione.
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