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INTERVISTA A ORESTE SCALZONE - 24 MAGGIO 2000

Ma tutto questo è una divagazione, perché stavo dicendo che pare che invece Marx ritenesse molto felice il compendio di Cafiero, guarda un po', perché poi i bakunisti all'epoca si chiamavano anarco-comunisti: d'altra parte una sintesi francese tra Delio Cantimori e Enzo Grillo è Maximilian Rubel, che è morto qualche anno fa ed era anarchico, ma è il più pertinente traduttore di Marx, poi ha scritto l'opuscolo, che è una scommessa, "Marx teorico dell'anarchismo". In fondo lì c'è tutto un altro filone che è mancato, ma non possiamo addossare ad Aristotele di non avere inventato la relatività o la legge della gravitazione universale, possiamo prendercela con gli aristotelici. Certo, non c'è stato un "Der Stat" della stessa forza e potenza analitica rispetto al proprio oggetto quale "Das Kapital" l'aveva rispetto al suo, e questo è un buco; è certo che gli anarchici portavano la giusta questione secondo me, ma proprio anche Bakunin, Proudhon, Kropotkin fino a Clastre o Zerzan. Ci sono delle preveggenze di Bakunin su quella che sarebbe stata la società della dittatura del proletariato, ma ce ne sono anche di Plechanov (che Vittorio Spada ha tirato fuori adesso), che hanno la forza di quelle di Marx sul mondo della globalizzazione e di internet. Però, è restata poesia, si è impigliata nel fatto che Bakunin sulla materia aveva ragione quando diceva che Marx era come (anche se non lo chiamava così) un proto-socialdemocratico quando scioglie con un colpo di mano l'Associazione Internazionale dei Lavoratori (altrimenti detta, dai secondi, Prima Internazionale). Marx è un gran manipolatore, l'avrà fatto in buona fede, non mi interessa, però la sezione inglese e tedesca erano rigorosamente minoritarie, i delegati spagnoli vennero arrestati e rappresentavano 600.000 aderenti, gli italiani non ci andarono e ne rappresentavano 400.000: quindi, la storia come ce l'hanno raccontata è una vulgata falsificata, perché l'Associazione Internazionale dei Lavoratori nella sua maggioranza continua, resta la componente anarchica e si dissolve poi nel 1906, e secondo me però non è un caso, perché manca anche la potenza teorica di un Marx. Comunque si rifonda a Berlino nel '22, e sono cose di massa; intanto aderiscono gli IWW, dopo essere andati nel '20 a vedere il Comintern, capiscono che non gli piace, e poi la vedova di Parsons (uno degli impiccati di Chicago che era figlia di schiavi e che è una dei fondatori degli IWW) è una delle fondatrici dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, che però è un po' ghettizzata e anarchica, e c'è talmente poi del settarismo reciproco che non fa una giunzione con tutti i consigliaristi, il Links Kommunismus, l'opposizione comunista internazionalista (certo più marxiana) eccetera, ma questa è un'altra storia. Però nella Catalogna del '22 c'è un'immensa Comune di Parigi al cui confronto la presa del Palazzo d'Inverno è uno sputo, e c'era evidentemente un movimento con i suoi errori, ma secondo me tra questi c'è il non aver fucilato subito i Togliatti e i cominternisti; poi dopo è chiaro che ti tocca andare al governo, entrare in una contraddizione in termini, gli anarchici nel governo largo Caballero eccetera, e sono molto più sconfitti da tutto questo che da un idiota di generale con le truppe marocchine. Era un movimento insurrezionale, che ha l'epicentro in Catalogna, e non si tratta di cose anche belle ma romantiche, come il POUM, "Omaggio alla Catalogna" fino poi alla versione romanzata del film di Ken Loach "Tierra e Libertad", che può commuovere fino alle lacrime ma si può sempre dire che comunque era una cosa non più grande di Potere Operaio, anzi: ma lì la CNT aveva sei milioni di aderenti. La colonna Durruti è la punta emergente dell'iceberg, comunque Eremburg (di area Brigate Internazionali, quindi dalla parte degli Ercoli, Togliatti e delle pasionarie) in visita dice a Durruti (il che nel suo codice era un omaggio): "Peccato, che magnifico bolscevico che lei sarebbe stato". Come testimoni possiamo prendere gli ingenui selvaggi come la Braghetti? Come si fa a pensare che manipola le cose come la racconta nel libro? Il Campesino poi è finito socialdemocratico, ma era questo eroe popolare e militare delle Brigate Internazionali. Il Campesino era comunista, ma figlio di anarchici, rivale di Ister; ha una storia incredibile, perché ad un certo momento, dopo la sconfitta, parte e arriva in Russia. Jorge Amat (che è il figlio di Melchior, il quale era il precettore di Carrillo, il bureau politique del Partito Comunista spagnolo, che poi è stato il direttore de El Mundo Obrero, il giornale del partito quando poi era tornata la democrazia politica formale, e che poi è stato accantonato da un giorno all'altro da Carrillo) ha fatto quattro ore di video sul Campesino. Questi, dunque, arriva in Russia e Stalin per gratificarlo lo nomina maresciallo, con tutte le medaglie; quando si sta stringendo il patto Molotov-Ribbentrop, il Campesino comincia ad arrabbiarsi. Tutti gli dicono di non dire niente, invece lui va a colloquio da Stalin e lo prende a male parole, come direbbe Totò; viene quindi deportato in Siberia. Da qui (non si capisce come, era una specie di forza della natura) scappa una prima volta, arriva nei territori occupati in Cina da Kuomintang, che in quel periodo è in grande flirt con Stalin e lo rispedisce a Mosca; lo mandano in Siberia, ancora più lontano, fino a che non riesce a scappare di nuovo e arriverà poi a Parigi dove stava negli anni '50-'60. Ha organizzato qualche tentativo andato a male di assalto ad una caserma della Guardia Civil (io conosco anche uno che vi ha partecipato). A quel punto ne aveva viste talmente tante che, tipo Jorge Semprun, ha aderito al PSOE eccetera. C'è anche un'autobiografia, scritta da altri. E' uno di quei personaggi particolari; d'altra parte Makhno alla fine è venuto a Parigi ed era operaio alla Renault, e i comunisti della fabbrica l'hanno pestato più di una volta. Bisogna considerare che Makhno è stato quello che ha avuto l'unica vera vittoria contro le armate bianche: questo era uno come il bandito Crocco, che aveva seimila uomini a cavallo sull'Aspromonte. Era un personaggio così, però straordinario, poi morto di tubercolosi a Parigi, io conosco anche gente che l'ha conosciuto. Ferruccio Gambino è sognante quando si raccontano queste cose, queste forse le conosce meno, ma lui me ne ha raccontate altre di straordinarie.

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