|
INTERVISTA A PIER ALDO ROVATTI - 16 OTTOBRE 2000 |
|
|
Allora, Paci è l'insegnamento, io lo riconosco poco Paci nei suoi libri, per quanto siano interessanti, però lì è irriconoscibile. Paci fa una pratica di insegnante tale che la città, ma non solo la città intesa come Milano, ha una miriade di suoi allievi in circolazione. Nelle mie follie deliranti a me sarebbe piaciuto diventare come lui, ho dei modelli ogni tanto; nella piccola città dove io vivo, che si chiama Trieste, capita che ci siano persona che mi fermano per strada e mi dicono "mi sono, oppure mia figlia, io stesso, mia madre si è laureata con lei". Ora, Trieste è piccola e si capisce, ma Paci davvero ha creato un giro enorme di persone. Io lo vedo anche dai ritagli degli echi della stampa, mi arrivano quelli con la parola Aut Aut, quindi chissà quelli con su la parola Paci (però quelli non lo vedo). Viene fuori quando meno te lo aspetti, quindi lui ha fatto da insegnante, da guida culturale a una quantità sterminata di persone a Milano, persone che poi sono finite nei campi più diversi. Si tenga conto che a Milano c'erano personaggi di prestigio, non c'era mica solamente Paci, c'era un tal signore che si chiamava Musatti nell'aula accanto, oggi la psicoanalisi si mastica ma allora un pochino meno (parlo sempre dell'inizio degli anni '60). E poi questo signore che dialogava con grandi personaggi colpiva anche: sono venute fuori recentemente piccole polemiche sul rifiuto da parte di Sartre del premio Nobel e la persona che poi ha studiato questo problema (che credo che fosse nel segretariato in Svezia del premio Nobel) tira fuori una lettera che Sartre manda a Paci in cui gli chiede consiglio su cosa fare. Quindi, un personaggio veramente di un livello altissimo. A noi sembrava da una parte appunto molto avvicinabile, finiva le lezioni e si continuava a parlare per delle ore con lui in giro per strada, e dall'altra parte era questa specie di mostro. Quindi, c'è un folclore del personaggio a cui non siamo più abituati in sostanza, chi potrebbero essere personaggi di oggi? Che so, Severino, Sgarbi (che non è mica scemo, è semplicemente deficiente, e sono due cose diverse).
Insomma, Paci era un grande istrione e al contempo aveva una capacità formidabile di usare il pensiero come arma. E' chiaro che poi lui incontra per strada Marx, perché l'"XI Tesi su Feuerbach" lui poteva scriverla sulla sua porta di ingresso ancora prima di frequentare Marx. Cioè lui pensava realmente che attraverso lo stile fenomenologico si potesse vivere; ma non solo si potesse vivere, ma si potesse cambiare il mondo. Tutto ciò può fare sorridere, dopo di che questo stile era fatto di tanti ingredienti, certamente uno di questi ingredienti era l'idea della comunicazione e comunanza dei vari settori della cultura, e qui torniamo al discorso di prima, ossia di Alfabeta. Per cui questa unificazione e unità possibile dei campi del sapere lui la chiamava con una parola che certamente oggi si usa ancora in filosofia ma non vuol dire più quello: lui diceva fondazione. Ragion per cui gli architetti si sono precipitati da lui a dire "allora ci viene a tenere delle lezioni, dei corsi, dei seminari sulla fondazione", non tanto sui fondamenti ma sulle fondamenta! Lui ci credeva fino in fondo e te la faceva credere questa faccenda qua: in sostanza quindi tutti i dibattiti sulle due culture che allora già c'erano attraverso il libro di questo Snow, se vogliamo anche quello che poi è successo dopo, temi che Paci non ha frequentato per motivi di anni, erano proprio inscritti nel suo modo di ragionare. Quindi, è un discorso fortemente contrario alla specializzazione, alla tecnicizzazione del sapere astratto. Contemporaneamente però con un riconoscimento della specificità regionale dei saperi. Per cui gli anni '60 sono gli anni veri con cui si può andare a spiare che cosa succede in Aut Aut trovandoci Paci, cioè gli anni '50 sono gli anni in cui la rivista comincia a costruirsi, gli anni '60 è Paci che ha la sua rivista, si sente maturo per farla lui e per usare la rivista come lo strumento delle sue idee, fare circolare le sue idee attraverso la rivista. Allora, lì si vede proprio che ci sono un sacco di numeri della rivista monografici su discipline diversissime, un po' è rimasta in Aut Aut questa cosa. Il coraggio che ha Paci di fare queste incursioni è legato in parte alla sua autorevolezza e alla sua sterminata conoscenza delle cose, perché lui poteva sembrare uno che sfarfallava, ma poi se vai a vedere a casa sua cosa e quanto leggeva e quanto studiava ti rendevi conto che aveva una sterminata conoscenza, anche dei saperi scientifici; quando faceva delle incursioni sull'economia lui si prendeva Smith e Ricardo e si faceva un culo così, se li studiava, non è che inventasse.
|
1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6
- 7 - 8 - 9 - 10 - 11 -
12
|
|