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INTERVISTA A DOMENICO POZZA - 21 NOVEMBRE 2000


In generale dalle interviste emerge che tutti, indipendentemente da quelli che sono stati i percorsi successivi, ricordano quelle esperienze come fondamentale momento di formazione non solo politica ma anche come acquisizione di capacità indispensabili per quelle che sono state le successive collocazioni professionali. Anche in provincia è avvenuta la stessa cosa?


Noi non avevamo questi grandi intellettuali. A livello personale a me è servita molto, l'aspetto fondamentale è stato quello di contatto con la realtà operaia, con le persone. Poi non è che ciò abbia condizionato le scelte professionali, anche perché ho fatto Medicina, però sul piano strettamente personale l'operaismo come momento di contatto quotidiano con gli operai mi è servito molto, questo senz'altro. Tra le altre cose mi ricordo ad esempio un operaio alle fonderie Cattaneo che quando dichiarava sciopero lo faceva roteando una sbarra di ferro all'altezza delle teste dei compagni di lavoro e se non uscivano si prendevano una sbarrata. Questo operaio raccontava che era venuto indietro dalla Russia e, dal momento che odiava i tedeschi, i primi tedeschi che ha incontrati li ha ammazzati, e si trattava di una tedesca con un bambino: non so se fosse vero o no, comunque quando dichiarava lo sciopero prendeva la sbarra e faceva il giro dei reparti, chi non usciva peggio per lui. Questi erano quelli vecchio stile, poi c'erano quelli più giovani che lavoravano nelle fabbriche in cui intervenivamo.


Contatti o scontri con il PCI ne avevate?

Non è che ci fosse un grosso scontro con il PCI, addirittura più di una volta siamo andati a fare le riunioni nelle sezioni del Partito Comunista. Magari qualcuno era anche contento perché nella sezione non si vedeva nessuno da due anni. Si parlava del partito in fabbrica. Una volta mi ricordo che un onorevole del posto mi disse: "So che tu vai a fare le riunioni però dovresti almeno avvertirmi".
A Pavia c'era Romano Solbiati, dopo la fine di Classe Operaia non so poi che percorso politico abbia fatto, non penso che abbia partecipato all'esperienza dei gruppi. Lui era molto intellettuale, il classico uomo da biblioteca, comunque ci trovavamo bene insieme.

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