La rete, ad esempio, per me vorrebbe dire il fatto che riusciamo a fare una rivista in rete: per me è significativo che fino ad ora non siamo riusciti a realizzarla (non sto parlando solo del vecchio gruppo di Potere Operaio), mentre ci sono delle cose buone in rete, delle riviste anche di tipo scientifico notevoli. Ho visto le cose che fanno i centri sociali in rete, alcune sono anche belle, ma rispetto alla potenzialità che ci sarebbe ad adoperare la rete almeno da una ventina di punti in Italia questa cosa ancora non si traduce. Allora, a una cosa così sono interessato, mi interrogo anche nel senso che magari non è possibile, non è questa la cosa giusta, cioè non è che dico che sia semplicemente una mancanza; però, questo è un tipo di problema che mi affascina, mi interessa cercare di capire perché alcune cose non riusciamo a farle, perché per esempio in un centro sociale non si riescano a fare delle forme di vita diverse. In parte devo dire che fattualmente lo si fa, ma a me del centro sociale interessano tutte quelle forme di scambio che si realizzano, che sono basate magari sul rapporto di amicizia singolo o collettivo, e che quindi non pretendono nello scambio di avere delle cose di equivalenza. Per esempio, a me sembra che sia un modo più serio di lottare contro la mentalità capitalistica (che secondo me è in ognuno di noi e che non è semplicemente nei capitalisti) il realizzare esperienze che mettano in risalto forme diverse di vita; forme naturalmente possibili, non sto parlando di cose talmente angeliche da non essere praticabili. Allora, i centri sociali mi interessano non tanto per l'ideologia, così come mi interessano le esperienze di volontariato, non allo stesso modo perché questo in Italia definisce di più la tradizione cattolica da cui io sono lontano per cose culturali, quindi ho più difficoltà a immedesimarmi. Però, capisco che là dentro si muovono (spesso, non sempre) sentimenti assolutamente analoghi di cooperazione, di altro modo di vedere la vita, di generosità intelligente, in cui la generosità non è fatta perché Dio ti punirà ma perché sei contento di regalare, di dare, in cui la donazione è una cosa che gratifica chi la fa e non la si fa in nome della morale. Sono queste forme in cui una vita degna di essere vissuta non è in disaccordo con una vita piacevole
All'interno della cooperazione, quando si realizza, c'è anche la capacità di costruire l'organizzazione, cioè l'organizzazione della cooperazione: questa cosa si è sempre data in termini informali o formali. Questo è un nodo importante, perché molte volte ciò non si dà in termini spontanei, ma è necessario che un certo tipo di soggettività (che può essere individuale, di piccolo gruppo ecc.) promuova questo in termini di potenziamento. Un altro dei punti molto interessante del tuo discorso è quando parlavi di bisogni, di desideri, di capacità; facevi l'esempio della lotta operaia di resistenza che non è la capacità di aprire in prospettiva nuova un qualcosa di diverso. Il discorso dei desideri, per esempio, è profondamente diverso da quello dei bisogni, perché è un'apertura in termini di costruzione in avanti. Tu prima parlavi del liberarsi dalla fatica, e ciò è stata una delle cose fondamentali dell'esperienza di Potere Operaio, come il discorso dei desideri, perché allora, in quel determinato periodo storico, una delle ricchezze di quelle esperienza secondo me è stata proprio nell'immettere nella lotta, nel processo sociale di quel periodo, un qualcosa che fosse diverso da come si intendeva il processo di lotta.
Certo, e che avesse anche la concretezza.
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