>Home >Interviste
>Home page
>Interviste
>Riviste
>Bibliografia
>Il dibattito oggi
>Ricerca sul femminismo

> Soggettività capitalistica, soggettività di classe, soggettività di parte
(pag. 3)

> Soggettività e alterità
(pag. 6)

> Bisogni, desideri e forme di cooperazione politica
(pag. 8)

> Scienza e scienza altra
(pag. 13)

> Analisi dei propri percorsi politici
(pag. 15)

> La Classe
(pag. 19)

> I gruppi regionali all'interno di Potere Operaio
(pag. 20)

> Forme di lotta e violenza
(pag. 22)

> Il giornale Potere Operaio
(pag. 23)

> La redazione di Potere Operaio
(pag. 24)

> Il Manifesto e Potere Operaio
(pag. 25)

> Il bagaglio formativo operaista
(pag. 27)
INTERVISTA A FRANCO PIPERNO - 31 AGOSTO 2000

A partire certo da una nascita economica e storica, è indubbio, il capitalismo ha poi elaborato delle forme di controllo miste a cose di irrazionalità (come è sempre peraltro il controllo), che possono sopravvivere al capitalismo stesso. Del resto molte cose dell'Unione Sovietica erano mutuate, in un senso o in un altro, proprio per questo aspetto del controllo. Quindi, da questo punto di vista non mi faccio illusioni, cioè io non credo che ci sia un momento in cui cessi il conflitto, ma è il conflitto tra gli uomini anche, non dico il conflitto contro le limitazioni della natura, perché l'elemento del controllo, o sarebbe meglio dire l'elemento del comando è una componente dell'organizzazione sociale e della cooperazione degli uomini come per altro di altri animali. Io sono arrivato alla convinzione che i nostri veri cugini siano gli animali che cooperano, non il cervo che è un mammifero ma coopera poco, casomai l'ape, cioè tutti quegli animali che hanno l'elemento della cooperazione come elemento predominante; cooperazione c'è ovviamente in tutti perché se no non potrebbero neanche rigenerarsi, però i cervi lo fanno in quel periodo dell'accoppiamento e basta. Per me il materialismo è prima di tutto il fatto di radicarci alla natura, non è pensare alla maniera ottocentesca che la materia sia tutto, perché questo è un concetto anche culturalmente superato. Il materialismo per me è il fatto di sentirsi animali, cioè di sentirsi con una stessa cosa di datità, di essere nel mondo che ha anche l'albero, che hanno anche gli altri animali e sentirsi parte di questa cosa; non partoriti dall'ideologia ma partoriti da questa animalità, che poi è il nostro corpo, è per molti aspetti tutto ciò che il nostro corpo contiene di saggezza non cosciente. E' la stessa cosa che avviene se guardi il cielo, c'è una specie di automatismo nella natura, e anche di perfezione a mio parere, che è un sentimento io credo forte, è un sentimento che vorrei dire cosmico nel senso che per un essere umano non è necessario andare in biblioteca a studiare cinquanta libri per sentire questa cosa: penso che davvero guardando le stelle (avendo naturalmente la capacità di guardarle, non osservando distrattamente il cielo), oppure osservando un albero o un animale che partorisce, tu hai questo senso di appartenenza a qualcosa che è una cosa che avviene prima di ogni cultura, o se si vuole è la prima cultura, cioè la natura. Quindi, questo rapporto con la natura per me è l'elemento che permette di stare con i piedi per terra, detto in una maniera brutale.
Ritornando alla tua domanda, penso che la cosa non sia garantita, penso anche che si tratti di realizzare concretamente questa esperienza. Credo anche che ciò sia importante via via che si affermano forme più potenti di cooperazione. Per me la rete è una cosa interessante perché come in uno specchio ci fa vedere qual è la potenza della nostra cooperazione; non perché è così potente la rete, ma perché essa è come se in uno specchio rotto rimandasse come riflesso quanto è potente la cooperazione umana. E' come il computer: la cosa significativa di esso è che un cervello umano (non quello di Einstein ma di un uomo medio, del portiere dello stabile dove abitava Einstein) ha una tale complessità che, messo da un punto di vista di realizzazione dell'hardware, vorrebbe dire grosso modo il fatto di realizzare un computer che ha le dimensioni della terra. Quello che è interessante nel computer è che ci rimanda quanto è potente il nostro cervello, non quello del matematico, non è quello il punto, ma il cervello di qualsiasi essere umano che sa attraversare la strada. Della cooperazione in rete io vedo anche i pericoli, che vanno nel senso di diminuire l'importanza della presenza, ciò anche dal punto di vista politico: il fatto che le decisioni si prendano in assemblea e sempre in forma collettiva è importante perché è un elemento grosso della comunicazione. Per esempio, io mi batterei contro i processi fatti per televisione, perché è importante nel modo di giudicare una persona che tu possa vederne non solo gli elementi discorsivi, se mando una lettera non è la stessa cosa dal punto di vista della comunicazione. Ciò lo si sa appunto nell'esperienza di formazione nel rapporto con gli studenti: non realizzi la stessa cosa senza quel tipo di rapporto che convenzionalmente si chiama socratico e si intende che è orale ed è fatto di gesti di comunicazione. Vi sono ad esempio le mie mani che si incrociano, o gli occhi, che sono elementi importanti della comunicazione e che hanno una capacità di fissarsi perché hanno un elemento emotivo, e quindi sono capaci di fissarsi in una maniera più stabile che il puro ragionamento, il quale proprio perché ti convince te lo dimentichi subito per via dell'ovvietà della cosa.

1 - 2 - 3 - - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27

Per informazioni scrivere a:
conricerca@hotmail.com

.