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(pag. 10)
INTERVISTA A ENZO MODUGNO - 18 GENNAIO 2001

Quindi, un certo discorso del general intellect, oltre a rovesciare in composizione politica quella che in realtà è la composizione tecnica, si basa sul discutibilissimo presupposto che l'odierno processo produttivo richieda e produca capacità sempre più grosse, ricche e complessive che, finalmente sottrattesi da un comando capitalistico ormai inutile al proprio funzionamento e al proprio pieno sviluppo, daranno oggettivamente vita al regno delle libertà. Dunque, bisognerebbe riflettere se sia possibile parlare di una società postindustriale oppure se, analizzando i grossi mutamenti che ci sono stati ai livelli perlopiù medio-bassi del sistema e il cambiamento delle merci prodotte, è necessario guardare all'industria (trasformata, magari neoindustria o iperindustria) come modo di produzione specifico dell'odierna società.

Io direi che è come per l'agricoltura: con l'avvento del capitalismo industriale non è che l'agricoltura finisca, anzi si industrializza e si producono derrate agricole come mai se ne erano prodotte prima. Altrettanto vale per i prodotti industriali: non è che col passaggio all'ipercapitale o al nuovo capitale di prodotti industriali se ne producano di meno, anzi proprio l'applicazione dell'informatica all'industria e all'agricoltura fa sì che si producano molti più prodotti.


Anche all'informatica però viene applicato un modo di produzione industriale: il processo è quello dell'industrializzazione dell'informatica.

No, io direi il contrario, direi l'informatizzazione dell'industria. Per capirlo vediamo il primo passaggio: cosa fa il capitale industriale? Industrializza l'agricoltura, anzi le prime macchine sono macchine per l'agricoltura, per produrre di più in agricoltura, perché appunto la ricchezza prima era lì. Quindi, la prima cosa che si tenta di fare è aumentare le derrate agricole. Così qui l'informatica immediatamente è stata usata per aumentare la funzione dell'industria, questa è stata la primissima fase, nei magazzini, per fare i calcoli, per tenere l'amministrazione, poi pian piano arrivano i robot, cambia a poco a poco tutto il modo di produrre. La stessa industria con l'informatica cambia completamente: il toyotismo è impensabile senza l'informatica, anche se non è solo l'informatica, è la produzione di automobili alla quale tu hai aggiunto quella. Pian piano però l'informatica comincia a produrre una ricchezza che prima non c'era, e il prodotto dell'informatica sarà l'informazione. Quindi, si ha una quantità di informazioni che prima era inimmaginabile, ciò con conseguenze epocali. Ora, come si produce informazione? Prima di tutto c'è bisogno di macchine che prima non c'erano, quindi macchine che sappiano sostituire in alcune funzioni il cervello umano, perché prima solo il cervello era in grado di produrre saperi, conoscenze e informazioni. Con questa macchina dà l'avvio, e perché è possibile riprodurre con una macchina il cervello umano? Perché si riproduce quella parte di pensiero che in realtà era già stata reificata, era già stata ridotta a logica, a una tematica: cioè, il pensiero aveva già subito ciò sicuramente a partire da Platone e da Cartesio, secondo me è nato proprio così, già i concetti della filosofia greca sono quantificabili, appunto questo Proclo dovrebbe essere ripubblicato, è interessante. E' possibile reificare il pensiero: naturalmente si reifica il pensiero che serve alla produzione, dell'altro pensiero chi se ne frega? Il pensiero che nega, il pensiero che critica, il pensiero che cerca di capire la realtà delle cose diventa chiacchiera, non viene più riconosciuto.


Quello che resta nebuloso è il processo di produzione di informazione nell'informatica, nel senso che questa la vedo come la trattazione dell'informazione, il poterla realizzare, spostare, avere in tempo velocissimo e via di questo passo. Potresti spiegare come avviene questo processo di produzione di informazione all'interno del sistema informatico?

Se pensi ad un'automobile: se io produco un'automobile faccio il prototipo, e quindi lo penso, lo progetto. Quando ho fatto il primo prototipo ne produco 4 milioni, mi escono 3.000 macchine al giorno: non è che tutte le volte io debba inventare la macchina. Altrettanto è un'informazione, è una conoscenza, è un sapere: io ho bisogno di questo sapere in questo particolare momento e c'è una macchina che me lo riproduce, non che lo inventa tutte le volte. Quindi, io addetto a questa macchina produco sapere, produco nel senso che lo ri-produco.


Però è sempre necessario qualcuno che faccia il prototipo.

Sì, io però non debbo inventare nulla, io sono un addetto alla macchina che eroga sapere, ma per fare questo appunto c'è bisogno di lavoro umano. Ma anche nel lavoro di progettazione in fondo è la stessa cosa, perché io ingegnere, come dicevo prima, per produrre la sesta generazione di computer debbo possedere la quinta.

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