Tu fai l'esempio del calcolo, però le funzioni della mente umana all'interno del processo capitalistico non sono solo di calcolo: c'è tutta la parte che riguarda l'invenzione, quella che riguarda la dimensione timica, oppure di fantasia o affettiva e via dicendo. All'interno di alcuni lavori dei servizi questa parte è importante; all'interno di tutta una serie di merci (come ad esempio lo spettacolo) l'attività umana che interviene è ben più articolata e ricca di quella che c'è in una dimensione di calcolo e di operazioni logiche.
Prima di tutto l'invenzione: nessuno può inventare alcunché se non possiede la generazione precedente, se tu devi creare un qualcosa di nuovo se sei della quinta generazione hai bisogno della quarta, già non sei più tu l'inventare, tu aggiungi qualcosa ma il tuo strumento è la macchina. Secondo, le conoscenze che vanno in giro sono tutte invenzioni, non è che si inventa, si riproduce una conoscenza o un sapere: cioè, io ho bisogno di una macchina che sappia farmi qualcosa che è già stato fatto da altri, è stato già inventato, l'hanno già messo nella macchina. Quindi, io non solo non c'entro, ma non debbo entrare nelle competenze della macchina perché le rovinerei, non posso riprogrammare un programma che è stato già acquistato: guai se il cervello umano entrasse in queste operazioni. Il cervello umano, cioè il nuovo lavoratore, deve soltanto assistere questa macchina, deve vedere se gli input sono quelli giusti, gli output infilarli in un'altra macchina perché anche questa deve soltanto fare dei calcoli statistici, dei paragoni. Dunque, deve fare qualcosa per cui è necessaria una formazione che arrivi a 18-20 anni, cioè un diploma o al massimo una laurea breve. Ciò con caratteristiche nuove, la formazione non può più essere quella di Gentile, cioè tu non devi possedere le conoscenze: tu devi saperti muovere nelle conoscenze che non conosci. Già da parecchi anni i programmi delle scuole medie e anche dell'università non sono più la ritenzione del sapere, sono la capacità di muoversi all'interno di conoscenze che ti rimangono estranee per la maggior parte. Tutto questo è fondamentale, è come la memoria breve e la memoria lunga del cervello: guai se noi memorizzassimo tutto ciò che succede, non avremmo più spazio per immagazzinare altre memorie brevi di cui pure abbiamo bisogno, quindi il nostro cervello sistematicamente abbandona una serie enorme di dati. Altrettanto deve fare il cervello di questi lavoratori, che non conosce come si fa, perché questo tra due anni si farà in un altro modo: quindi, dovrebbe soltanto sapere che per fare questa cosa debbo ricorrere a questo programma, ma guai se mettessi mani nel programma, non debbo inventare nulla, debbo soltanto applicare, debbo soltanto servire la macchina, non debbo entrare nelle logiche della macchina né sapere come funziona. Questo fa piangere tutti i nostri professori perché li stanno tagliando fuori, li stanno distruggendo; non solo, fa piangere tutta la sinistra, perché questa aveva in mente la riforma Gentile estesa a tutti, e aveva in mente proprio quel tipo di società nella quale ciascuno si sarebbe impossessato del sapere, che come abbiamo detto prima era uno dei modi in cui Marx vedeva il comunismo. Tutto il Movimento Operaio ha sempre sognato la formazione sul modello della riforma Gentile, sul modello borghese, pensando che fosse possibile estenderla a tutti; quando questo è stato possibile è successo come quando ti becchi il pollo di batteria: tutti diventano intellettuali, perché di questo si tratta, ma sono intellettuali ormai privati della capacità di usare il proprio cervello. Certo, quello che tu dici è giusto, nel senso che non è possibile ridurre il pensiero a servitore, non è possibile reificare il pensiero sempre e comunque, questo ci lascia aperta la strada per le lotte; però, il processo capitalistico è questo che fa, reifica il pensiero.
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